Fu ucciso lo scorso 9 novembre nei pressi di casa sua, ma ancora non si sa per quale motivo. Ad oggi, le indagini sulla morte di Paolo Stasi sono ancora in corso. È stata trovata un’arma compatibile con la sua morte.
Un’arma che potrebbe essere quella che l’ha ucciso? Gli investigatori non escludono questa ipotesi.
Aveva soltanto 19 anni quando, lo scorso 9 novembre, Paolo Stasi fu ucciso, in quello che è stato un vero e proprio agguato, a pochi passi da casa sua. Fu colpito con colpi di pistola ma, sino ad ora, l’arma non era ancora stata ritrovata. È accaduto a Francavilla Fontana, in Puglia.
Ma ora, ecco che arriva una svolta nelle indagini sulla morte del giovane. È stata sequestrata, infatti, ad un 54enne una pistola che potrebbe esser compatibile con quella dalla quale sono partiti i colpi che hanno ucciso paolo all’istante.
L’uomo è stato, inoltre, arrestato per detenzione abusiva di armi e munizioni. Ora tutto è nelle mani dei RIS che stanno cercando, attraverso vari esami di capire se i proiettili calibro 7.62 siano compatibili con l’arma sequestrata all’uomo.
L’arma è stata trovata nel garage dell’abitazione dell’uomo, il quale abita anche lui a Francavilla Fontana, ma in zona di periferia. Le indagini proseguono, poiché la pista della compatibilità dell’arma con quella posta sotto sequestro, come dicevamo, resta ancora un’ipotesi al vaglio degli inquirenti.
Dalle indagini portate avanti dalle Forze dell’Ordine, sono stati diffusi pochissimi dettagli e, tuttora, sono ancora riservatissime. Le uniche notizie di cui anche la stampa è a conoscenza è dell’arresto del 54enne, del sequestro della sua pistola detenuta abusivamente, della compatibilità possibile con i proiettili in essa contenuti, che potrebbero aver ucciso Paolo. Inoltre, c’è anche la possibilità di un altro sospettato.
Per ricostruire al meglio tutta la vicenda, le Forze dell’Ordine si stanno avvalendo anche dei video delle telecamere di video sorveglianza che erano poste nelle vicinanze della casa di Paolo Stasi. Contro di lui, per colpirlo, ma anche verso la sua casa, sono stati in tutti 5 i colpi esplosi dall’auto del suo killer che, poi, si è allontanato a bordo della stessa.
Sotto sequestro sono stati posti, anche, tutti i dispositivi elettronici usati da Paolo sino alle ultime ore della sua vita: dal cellulare al computer, nella speranza di individuare una traccia, un messaggio o comunque qualche indizio che possa aiutarli nel dare un movente ed un motivo all’uccisione del 19enne.
Nel frattempo, ieri sono stati celebrati i funerali del giovane e tutta la cittadina di Francavilla Fontana si è stretta attorno alla famiglia nel suo dolore. Anche il sacerdote che ha officiato il rito funebre , nel ricordare Paolo, ha invogliato tutti i giovani a tirar fuori sempre il meglio da loro stessi e guardare alle loro famiglie come il luogo primario della loro crescita e della loro formazione.
Le indagini, nonostante tutto, proseguono e si concentrano ora sulla pista dell’arma compatibile con i proiettili che hanno ucciso il giovane Paolo.
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