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Quante volte abbiamo letto della sua imminente morte? Ma Paolo Villaggio oggi smentisce tutto e confida che le (frequenti) notizie sul suo decesso, che negli ultimi mesi hanno allarmato in più di un’occasione i tantissimi fan del ragionier Fantozzi, sono state alimentate da lui stesso per un’irrefrenabile necessità di far parlare di sé: ‘È vero, ho annunciato più volte la mia morte perché ho sempre avuto un interesse speciale a sopravvivere. È un modo banalissimo, quindi criticabile, per uscire sui giornali: alimentare l’idea di stare sul punto di morte è stato uno strumento per celebrami e far parlar di me’. E adesso, diavolo di un Paolo, quando in futuro le agenzie di stampa comunicheranno per l’ennesima volta notizie allarmanti sulla tua salute, dovremo crederci o no?
L’anziano attore genovese, che ha compiuto 84 anni lo scorso 30 dicembre, ha raccontato questo e altri aneddoti curiosi in un’intervista a Pierluigi Diaco pubblicata sull’ultimo numero di Oggi. Dove però potrebbe risultare estremamente labile il confine che separa la verità dall’invenzione: ‘Quando si racconta se stessi non si dice mai la verità‘, ha specificato infatti Paolo Villaggio, ‘Soprattutto quando rispondo alle domande. La mia tendenza è quella di costruire risposte, inventarle, depistare l’interlocutore…’
Chissà però se ha detto la verità circa il suo rapporto con il personaggio che gli ha dato la gloria cinematografica eterna: ‘Tra me e Fantozzi c’è un rapporto di riconoscenza reciproca. Devo tutto a lui e rispetto a molti miei colleghi di cui non faccio il nome io ho un grande vantaggio: ho già un posticino nei ricordi della gente, anche tra cinquant’anni, perché Fantozzi è l’emblema dell’italiano medio sfigato e questo modo di essere, nel nostro paese, non credo scomparirà facilmente’.
Ma se Fantozzi potesse votare, oggi chi sosterrebbe? ‘Sicuramente voterebbe Renzi, perché non lo vedo impegnato né a destra né a sinistra: lui è assolutamente rassegnato a subire, quindi quando ascolta il premier e le sue promesse, si sente ingenuamente rassicurato’. Più difficile capire chi vota (se vota) Paolo Villaggio: ‘Nel 2013 avevo fatto outing come sostenitore di Beppe Grillo, oggi non so. Grillo è stato abile a cavalcare la protesta e il malcontento della gente, ma recentemente ho avvertito la sua stanchezza, il suo volersi fare da parte’.
Infine un giudizio su Matteo Renzi (‘Ha avuto successo per il suo aspetto apparentemente rassicurante, giovanile e simpatico, ma sotto sotto deve essere una belva, altrimenti non si arriva a quei livelli’), un’informazione sul suo conto in banca (‘Sono benestante’) e una riflessione piuttosto amara sull’amicizia, quella vera: ‘Ho un solo amico, Paolo Fresco, che è stato anche il mio compagno di banco. Pensavo di essere una persona divertente da frequentare, ma il giorno che mi sono ritirato dalle notti romane, circa due anni fa, non ho trovato più nessuno di quegli amici occasionali che frequentavo. Oggi non esco più, Roma è una città che offre molto poco, soprattutto dal punto di vista umano’.
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