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Inizia l’ottavo viaggio apostolico di Papa Francesco che tocca Sarajevo, capitale della Bosnia ed Erzegovina, che ha come obiettivo favorire l’incontro e il dialogo tra culture e religioni diverse, ”per rafforzare il cammino dell’unità dei cristiani e per confermare la comunità cattolica nella fede”. Prima di salire sull’aereo il pontefice ha voluto mandare un messaggio e un saluto al presidente Mattarella e all’Italia ”con fervidi auspici di progresso spirituale, civile e sociale”.
Saluto alla Croazia Papa Francesco ha inviato un telegramma al presidente della Croazia Grabar-Kitarovic: ”Mando cordiali saluti a sua eccellenza e ai vostri concittadini mentre sorvolo il vostro Paese all’inizio del mio viaggio apostolico in Bosnia ed Erzegovina. Prego che Dio onnipotente guidi l’intera nazione sulle vie della pace, della giustizia e del bene comune. Invoco le benedizioni del Signore su di voi e il popolo croato“.
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L’arrivoAd accoglierlo all’aeroporto internazionale della capitale bosniaca c’era l’arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko Puljic , il nunzio apostolico nel Paese monsignor Luigi Pezzuto e il membro croato della presidenza, Dragan Covic, in rappresentanza della presidenza tripartita della Bosnia ed Erzegovina. Incontrando le autorità civili, i membri del corpo diplomatico, i vescovi ed alcuni leader religiosi nel palazzo presidenziale di Sarajevo, il papa ha espresso la sua gioia per i progressi compiuti, ”per i quali occorre ringraziare il Signore e tante persone di buona volontà. E’ però importante non accontentarsi di quanto finora realizzato, ma cercare di compiere passi ulteriori per rinsaldare la fiducia e creare occasioni per accrescere la mutua conoscenza e stima. Per favorire questo percorso sono fondamentali la vicinanza e la collaborazione della Comunità internazionale, in particolare dell’Unione Europea, e di tutti i Paesi e le organizzazioni presenti e operanti sul territorio della Bosnia ed Erzegovina”.
L’importanza di Bosnia ed Erzegovina Papa Francesco ha poi proseguito: ”La Bosnia ed Erzegovina è infatti parte integrante dell’Europa; i suoi successi e i suoi drammi si inseriscono a pieno titolo nella storia dei successi e dei drammi europei, e sono nel medesimo tempo un serio monito a compiere ogni sforzo perché i processi di pace avviati diventino sempre più solidi e irreversibili. Abbiamo tutti bisogno, per opporci con successo alla barbarie di chi vorrebbe fare di ogni differenza l’occasione e il pretesto di violenze sempre più efferate, di riconoscere i valori fondamentali della comune umanità, valori in nome dei quali si può e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo all’insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto, piuttosto che urla fanatiche di odio”.
La Gerusalemme d’Occidente ”Le relazioni cordiali e fraterne tra musulmani, ebrei e cristiani, rivestono un’importanza che va ben al di là dei suoi confini. Esse testimoniano al mondo intero che la collaborazione tra varie etnie e religioni in vista del bene comune è possibile, che un pluralismo di culture e tradizioni può sussistere e dare vita a soluzioni originali ed efficaci dei problemi, che anche le ferite più profonde possono essere sanate da un percorso che purifichi la memoria e dia speranza per l’avvenire”, ha concluso papa Francesco.