Papa Francesco ha meditato e pregato davanti alla Sindone nel Duomo di Torino in occasione della sua visita pastorale di due giorni in cui si ricorda anche il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. La visita di Papa Bergoglio a Torino giunge dopo quelle di Giovanni Paolo II nel 1980, nel 1988 e nel 1998, e Benedetto XVI nel 2010. Ad accoglierlo Cesare Nosiglia arcivescovo di Torino, Sergio Chiamparino presidente della Regione Piemonte, Paola Basilone prefetto di Torino, Piero Fassino sindaco di Torino.
Dopo l’applauso dei fedeli di fronte alla cattedrale di San Giovanni, e la benedizione, il pontefice è entrato nella Chiesa e si è seduto di fronte al telo, la testa reclinata verso il basso e le luci abbassate. In cattedrale sono presenti suore di clausura e sacerdoti ospiti delle case del Clero della Diocesi, il Capitolo dei canonici, la Commissione Sindone, alcuni parenti del Beato Piergiorgio Frassati, l’arcivescovo emerito di Torino, cardinale Severino Poletto, e i vescovi della Conferenza Episcopale Piemontese e Valdostana. Papa Francesco ha pregato per alcuni minuti, poi dopo il segno della croce si è alzato e si è avvicinato alla teca che custodisce la sindone toccandola con la mano destra.
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L’importanza del lavoro Il primo appuntamento in programma per Papa Francesco, dopo la visita alla Sindone, è in piazzetta Reale a Torino per incontrare gli esponenti del mondo del lavoro. Seduti in prima fila l’amministratore delegato Fca Sergio Marchionne, Lavinia Elkann e altri dirigenti Fiat. Assente il presidente John Elkann per impegni negli Usa. Tra le autorità son presenti anche il magistrato Giancarlo Caselli e i vertici locali delle associazioni industriali.
Si susseguono il saluto di un’operaia, di un agricoltore e di un imprenditore e poi Francesco è intervenuto con un discorso. ”Io la volevo ringraziare per aver spesso sottolineato il lavoro della donna”, dice Alexandra Martino, 38 anni delegata Fim alla Maserati di Grugliasco, chiamata sul palco di Piazzetta Reale. ”Grazie Padre Santo per aver spesso sottolineato il lavoro della donna, i suoi ritmi, gli orari e il salario, unito al nostro compito di “regista” della nostra famiglia, che, con l’aiuto dei nostri mariti, svolgiamo con dedizione affrontando un giorno alla volta”.
”Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e per l’inclusione sociale”, risponde papa Francesco rivolgendosi in primo luogo a ”lavoratori, imprenditori, autorità, giovani e famiglie presenti a questo incontro” e ha ringraziato i presenti ”per i vostri interventi, da cui emerge il senso di responsabilità di fronte ai problemi causati dalla crisi economica, e per aver testimoniato che la fede nel Signore e l’unità della famiglia vi sono di grande aiuto e sostegno. La mia visita a Torino inizia con voi. E anzitutto esprimo la mia vicinanza ai giovani disoccupati, alle persone in cassa-integrazione o precarie; ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori ma anche agli imprenditori, agli artigiani e a tutti i lavoratori dei vari settori, soprattutto a quelli che fanno più fatica ad andare avanti”.
Un pensiero ai migranti ”L’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’inequità, di questa economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere in questi giorno che esseri umani vengono trattati come merci”.
Contro le mafie ”No alle colllusioni mafiose, no alle mafie, alle truffe”. Questo il messaggio lanciato ancora da Papa Francesco, ”Siamo chiamati a ribadire il no all’idolatria del denaro, che spinge ad entrare a tutti i costi nel numero dei pochi che, malgrado la crisi, si arricchiscono, senza curarsi dei tanti che si impoveriscono, a volte fino alla fame – ha proseguito – Siamo chiamati a dire no alla corruzione, tanto diffusa che sembra essere un atteggiamento, un comportamento normale. Ma non a parole, con i fatti“.
No all’esclusione ”Siamo chiamati a ribadire il no a un’economia dello scarto, che chiede di rassegnarsi all’esclusione di coloro che vivono in povertà assoluta – a Torino circa un decimo della popolazione”, dice Papa Francesco, ”Si escludono i bambini (natalità zero) si escludono gli anziani, e adesso si escludono i giovani (più del 40% di giovani disoccupati)! Quello che non produce si esclude a modo di ‘usa e getta”’.
Pronti al futuro ”Siate artigiani del futuro, siate coraggiosi! Ecco alcune cose principali che volevo dirvi. Aggiungo una parola che non vuole essere retorica: ‘coraggio!’. Non significa: rassegnatevi, ma al contrario: osate, siate coraggiosi! Per questo prego e vi accompagno con tutto il cuore. Il Signore vi benedica tutti e la Madonna vi protegga. Grazie. E pregate per me!”, ha concluso il Pontefice.
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