Papa Francesco è stato accusato di eresia con una lettera, detta “Correctio filialis”, firmata da 62 esperti del mondo cattolico. In particolare, Bergoglio è accusato di 7 eresie, cioè dei presunti errori contenuti nell’ultima enciclica “Amoris laetitia”, pubblicata ad aprile 2016. Tra i firmatati ci sono giornalisti, studiosi, blogger ed esperti del mondo cattolico appartenenti alla cosiddetta fronda “anti Francesco”, ossia l’ala più conservatrice della Chiesa, che da tempo contestano al Papa alcune aperture sui divorziati e gli omosessuali. Se mancano alcuni cardinali che si sono schierati in aperta polemica contro il Papa, ci sono alcune personalità molto note in Vaticano, a partire dall’ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi.
Come ricorda La Stampa, la notizia dell’accusa di eresia circolava da tempo negli ambienti ultra conservatori ed era stata anticipata sui social. Ora c’è invece un testo ufficiale (che trovate qui in PDF): si tratta di una “correctio filialis”, una correzione filiale che diventa una richiesta di “correzione formale”, cioè di cambiare quanto sostenuto nell’enciclica a proposti di sette tematiche.
Secondo i 62 firmatari, l’enciclica “Amoris laetitia” e “atti, parole e omissioni di Vostra Santità, servono a propagare sette proposizione eretiche”, come si legge nel testo della lettera. In particolare, Papa Francesco viene accusato per le concessioni ai divorziati (ricordiamo che per i cattolici il matrimonio è un sacramento e come tale inscindibile) e le timide aperture verso gli omosessuali.
L’enciclica fu un passaggio importante (qui la trovate in originale in PDF) perché di fatto inaugurava una nuova stagione di apertura e misericordia verso quei cattolici che, per la dottrina, vivono in un perenne stato di peccato.
I vaticanisti de La Stampa, che hanno seguito la vicenda da subito, sono rimasti sorpresi di non vedere le firme di alcuni cardinali che si sono opposti al nuovo corso della Chiesa di Papa fin dall’inizio, come l’arcivescovo emerito di Bologna Carlo Caffarra (scomparso il 6 settembre), il cardinale statunitense Raymond Leo Burke e il tedesco Walter Brandmüller tra gli altri, che vengono citati nella lettera (“Vostra Santità ha rifiutato di dare una risposta positiva ai dubia a Lei presentati dai Cardinali Burke, Caffarra, Brandmüller e Meisner, attraverso i quali Le veniva richiesto rispettosamente di confermare che l’Esortazione apostolica Amoris laetitia non abolisce cinque insegnamenti della fede cattolica“). Uno membro ufficiale della Chiesa a firmare è stato il vescovo svizzero Bernard Fellay.
Tra i firmatari anche l’ex numero uno dello Ior, la banca Vaticana. Raggiunto dall’Ansa, Gotti Tedeschi ha spiegato di aver firmato per invitare il Santo Padre a riflettere. “Io non accuso il Papa, io gli voglio bene. Io sono per la Chiesa e per il Papa e non mi distaccherò mai né dalla Chiesa né dal Papa. Il documento è un atto devoto, un invito alla riflessione“, ha dichiarato
Le accuse di eresia a Papa Francesco
Le accuse di eresia nei confronti di Papa Francesco sono una situazione del tutto inedita nella storia moderna della Chiesa cattolica. Bergoglio aveva ricevuto la lettera in privato l’11 agosto, senza mai rispondere: per questo, gli autori hanno deciso di divulgarla online.
Queste sono le sette eresie di cui è accusato il Papa:
1) “Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave”.
2) “I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono more uxorio con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità”.
3) “Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione”.
4) “Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza”.
5) “La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio”.
6) “I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite”.
7) “Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi”.