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Papa Francesco esorta le monache di clausura ad utilizzare nel giusto modo i social network e tutto ciò che offre la comunicazione digitale. Nella costituzione apostolica ‘Vultum Dei quaerere’ (La ricerca del volto di Dio) sulla vita contemplativa femminile, pubblicata oggi, c’è spazio anche per internet.
Il Papa invita a usare i mezzi di comunicazione con “prudente discernimento”. “Nella nostra società – scrive Francesco – la cultura digitale influisce in modo decisivo nella formazione del pensiero e nel modo di rapportarsi con il mondo e, particolarmente, con le persone. Questo clima culturale non lascia immuni le comunità contemplative. Certamente questi mezzi possono essere strumenti utili per la formazione e la comunicazione”. Papa Francesco avverte, “devono essere al servizio della formazione alla vita contemplativa e delle comunicazioni necessari”.
Oltre a internet, tra le diverse ‘tentazioni’, le monache di clausura lottano anche contro ‘l’apatia’ e ‘la pigrizia’. Atteggiamenti che, a detta del pontefice, “portano lentamente alla ‘psicologia della tomba’ che a poco a poco trasforma i cristiani in mummie da museo”. Il il rischio per le suore di clausura e più in generale chiunque viva all’interno dei monasteri una vita religiosa contemplativa, è che “delusi dalla realtà, dalla Chiesa o da se stessi, si viva in costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore”.
“Diversamente dagli eremiti, che vivono ‘nel silenzio della solitudine’ e godono anch’essi di grande stima da parte della Chiesa, la vita monastica comporta la vita comunitaria” ha detto il pontefice. “Una comunità esiste in quanto nasce e si edifica con l’apporto di tutti, ciascuno secondo i propri doni, coltivando una forte spiritualità di comunione, che conduca a sentire e vivere la mutua appartenenza. Solo in tal modo la vita comunitaria diventerà un aiuto reciproco nella realizzazione della vocazione propria di ciascuno”.
All’interno della costituzione apostolica, anche una parte dedicata al reclutamento. “Dato l’attuale contesto socio-culturale e religioso, i monasteri prestino grande attenzione al discernimento vocazionale e spirituale, senza lasciarsi prendere dalla tentazione del numero e della efficienza; assicurino un accompagnamento personalizzato delle candidate e promuovano per loro percorsi formativi adeguati, fermo restando che alla formazione iniziale e a quella dopo la professione temporanea si deve riservare un ampio spazio di tempo, per quanto possibile non inferiore a nove anni, né superiore a dodici”.