Papa Francesco è arrivato questa mattina al campo di concentramento di Auschwitz per pregare, meditare in silenzio e rendere omaggio alla memoria di chi negli anni più bui dell’Europa perse la vita nel luogo in cui l’uomo provò a negare Dio.
Il Papa ha visitato entrambi i campi: il ‘campo madre’ e Auschwitz II-Birkenau.
A Oswiecim, lo hanno accolto il sindaco della città e il vescovo di Bielsko-Zywiec. Il presidente del pontificio consiglio per l’unità dei cristiani, cardinale Kurt Koch, si integra nel seguito papale per la visita nei campi.
Il Papa si trova in Polonia in occasione della 31esima Giornata Mondiale della Gioventù.
Bergoglio ha attraversato a piedi da solo l’arco d’ingresso del campo di Auschwitz, sotto la scritta beffarda ‘Arbeit macht frei’ (Il lavoro rende liberi) e ha pregato in silenzio per diversi minuti nella piazza dell’appello, dove avveniva l’impiccagione dei prigionieri, accanto al muro della morte, dove gli internati venivano fucilati.
Papa Francesco attraversa l’orrore di Aushwitz in punta di piedi. Nessun discorso, ma una visita in silenzio e in preghiera.
Lo aveva annunciato Bergoglio che la sua presenza ad Aushwitz sarebbe stata ‘discreta’: “Io vorrei andare in quel posto di orrore senza discorsi, senza gente, solo i pochi necessari. Voglio solo entrare, pregare e che il Signore mi dia la grazia di piangere per questo”.
Il Papa ha deposto una candela accesa donata da un ebreo sopravvissuto davanti all’ingresso del Blocco 11 e si è fermato anche nella cella della fame, la cella del martirio di padre Massimiliano Kolbe, offertosi di morire in cambio di un padre di famiglia accusato di cospirazione.
Papa Francesco ha pregato in ginocchio e in silenzio nella cella buia di San Massimiliano Kolbe, che si offrì in cambio di un padre di famiglia. Dopo diverso tempo fu deciso di abbreviare la sua morte con un’iniezione di acido fenico. Prima di morire disse al suo medico: “Lei non ha capito nulla della vita, l’odio non serve a nulla, solo l’amore crea”.
“Signore abbi pietà del tuo popolo, Signore perdona per tanta crudeltà”, ha scritto Papa Francesco sul libro d’Onore prima di lasciare il campo di Aushwitz e andare a Birkenau dove Bergoglio ha incontrato 25 Giusti delle nazioni che salvarono gli ebrei durante la Seconda Guerra mondiale. A Birkenau Il silenzio è stato rotto dal canto, in ebraico, del salmo 130 (De profundis) del rabbino capo della Polonia.
“La visita ai campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau”, aveva detto padre Federico Lombardi, “si inserisce in un discorso più ampio considerato anche il momento storico che stiamo vivendo. Per cui tutto quello che viviamo in questi giorni ha un significato di contributo per la pace, per il dialogo fra i popoli di tutto il mondo”.
Papa Francesco è il terzo pontefice, dopo Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, a visitare i campi di concentramento in Polonia e il primo a farlo in totale silenzio.