Durante l’udienza generale di ieri, 8 giugno 2022, il Papa ha espresso il suo pensiero sui ritocchi estetici di cui la società moderna sembra non possa più fare a meno.
Il Pontefice durante l’udienza generale del mercoledì, a San Pietro, ha accusato la società moderna di rincorrere e di desiderare in modo quasi morboso “l’eterna giovinezza”.
Secondo il Pontefice la società di oggi non accetta il processo di invecchiamento che tutti gli esseri umani attraversano durante la loro vita.
Dal momento in cui l’essere umano nasce inizia e non finisce mai di invecchiare.
La società in cui viviamo si è evoluta e con lei si sono evolute anche la scienza e la medicina, aiutando e alimentando la voglia delle persone di fare di tutto pur di contrastare la vecchiaia e le rughe.
Per questa ragione Papa Francesco prende come esempio l’attrice Anna Magnani, elogiandola ed ammirandola.
Quando all’attrice chiesero, arrivata da una certa età, di ritoccare le rughe lei disse di no, che le rughe, i segni della vecchiaia, sono sinonimo di maturità, di saggezza, la cosa importante per lei non era tornare ad essere giovani, ma possedere una personalità e un cuore buono.
Il Papa è preoccupato che i ragazzi, ma soprattutto gli adulti della nostra epoca, siano più interessati a trovare un metodo per contrastare la vecchiaia, per rimanere sempre giovani, che a fare figli, considerandolo solo come un obbligo morale, un dovere per portare avanti la nostra specie.
Francesco però si domanda come mai la vecchiaia venga disprezzata così tanto, per quale motivo cerchiamo di evitarla a tutti i costi? Pensiamo di potere riuscire a scampare alla morte? Pensiamo di poter sconfiggere a tutti i costi quel senso di impotenza che sentiamo ogni volta che compiamo un anno in più, ogni volta che ci avviciniamo sempre di più alla nostra meta finale?
Siamo convinti che grazie agli interventi estetici, grazie agli interventi chirurgici che “rallentano” e nascondono la vecchiaia la morte non possa arrivare, la morte non possa venire a prenderci.
Oppure siamo alla ricerca di quelle sensazioni che provavamo quando eravamo bambini, giovani e innocenti?
La cosa più importante è stare bene, sentirsi bene, non alimentare un mito che non ci porterà mai da nessuna parte.
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