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Per la Chiesa di Papa Francesco, lo scandalo dei preti pedofili “è una grande umiliazione” ed è anche per questo che “di venerdì – a volte lo si sa e a volte non lo si sa – mi incontro abitualmente con alcuni di loro” cioè le vittime, definite “annientati” in quello che è un “processo durissimo”. Sono le parole del Santo Padre dette durante l’incontro con i gesuiti di Cile e Perù, avvenuti rispettivamente il 16 e il 19 gennaio scorso durante il viaggio in Sud America e riportate da padre Antonio Spadaro sulla rivista “La Civiltà Cattolica”. Tanti i temi affrontati con le comunità religiose da cui lo stesso Bergoglio proviene (è il primo Papa gesuita della storia), ma quello più delicato e sentito rimane la pedofilia e gli abusi sessuali perpetrati da preti cattolici.
Non è la prima volta che il Pontefice affronta il tema a viso aperto. Durante il viaggio in Cile e Perù ne ha parlato con rappresentanti religiosi e, nell’incontro con i gesuiti, ha usato parole dure e chiare. “È la desolazione più grande che la Chiesa sta subendo”, dice il Santo Padre.
“Questo ci spinge alla vergogna, ma bisogna pure ricordare che la vergogna è anche una grazia molto ignaziana, una grazia che sant’Ignazio ci fa chiedere nei tre colloqui della prima settimana. E quindi prendiamola come grazia e vergogniamoci profondamente. Dobbiamo amare una Chiesa con le piaghe. Molte piaghe…”
Rivolgendosi al prelato che gli ha fatto la domanda, Papa Francesco racconta un episodio di quando era ancora a Buenos Aires. “Il 24 marzo, in Argentina è la memoria del colpo di Stato militare, della dittatura, dei desaparecidos… e ogni 24 marzo la Plaza de Mayo si riempie per ricordarlo. In uno di quei 24 marzo sono uscito dall’arcivescovado […] Mentre stavo per attraversare la strada, c’era una coppia con un bambino di due o tre anni, più o meno, e il bambino correva avanti. Il papà gli ha detto: ‘Vieni, vieni, vieni qua… Attento ai pedofili!’. Che vergogna ho provato! Che vergogna! Non si sono resi conto che ero l’arcivescovo, ero un prete e… che vergogna!”.
“A volte si tirano fuori ‘premi di consolazione’, e qualcuno perfino dice: ‘D’accordo, guarda le statistiche… il… non so… 70% dei pedofili si trova nell’ambito familiare, dei conoscenti. Poi nelle palestre, nelle piscine. La percentuale dei pedofili che sono preti cattolici non raggiunge il 2%, è dell’1,6%. Non è poi tanto…'”, continua Papa Francesco. “È terribile anche se fosse uno soltanto di questi nostri fratelli! Perché Dio l’ha unto per santificare i bambini e i grandi, e lui, invece di santificarli, li ha distrutti. È orribile! Bisogna ascoltare che cosa prova un abusato o un’abusata!”.
Per il Pontefice, i casi di pedofilia mostrano “non soltanto la nostra fragilità, ma anche, diciamolo chiaramente, il nostro livello di ipocrisia”, e ricorda come si siano registrati anche in Congregazioni nuove e prospere. “L’abuso è sempre frutto di una mentalità legata al potere, che va guarita nelle sue radici maligne. E aggiungo, anzi, che ci sono tre livelli di abuso che vanno insieme: abuso di autorità, abuso sessuale, e pasticci economici. Il denaro c’è sempre di mezzo: il diavolo entra dal portafoglio”.