Una “donna-sindaco” del Sud, una paladina di aborto e divorzio e un ex comunista. Papa Francesco sceglie Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa, l’ex ministra Emma Bonino e il Capo di Stato emerito Giorgio Napolitano tra i grandi italiani dimenticati. Nomi un po’ a sorpresa, così lontani sulla carta dalle posizioni della Chiesa eppure così vicini al pontificato di Jorge Bergoglio, come lui stesso spiega nel lungo articolo del Corriere della Sera sull’incontro a Casa Santa Marta. Nella sua residenza, il Pontefice ha parlato di molti argomenti, a partire dallo storico incontro con il patriarca di Mosca Kirill, in programma a Cuba il 22 febbraio. Le guerre, il rispetto della natura come base per la pace, l’accoglienza dei migranti e il nuovo ruolo dell’Europa: tanti i temi che per Papa Francesco rappresentano le sfide del futuro.
Tra le tante rivoluzioni che Jorge Bergoglio ha messo in atto all’interno della Chiesa, una delle più importanti è la centralità della persona rispetto alle posizioni ideologiche.
Così, nel parlare del ruolo che dovrà avere l’Europa nella gestione dei migranti, Papa Francesco spera che il Vecchio Continente possa “sorridere di nascosto” ai profughi attingendo alla memoria di “grandi personaggi dimenticati” della storia recente. Accanto ai padri dell’Unione, Bergoglio cita anche i “grandi dimenticati”, coloro che con le loro scelte hanno contribuito a cambiare il volto dell’Europa.
Tra di loro c’è Giusi Nicolini, “la donna-sindaco” di Lampedusa come l’ha definita il Pontefice. Non a caso, Papa Francesco scelse l’isola siciliana come primo viaggio ufficiale: qui ha reso omaggio ai morti del mare e ha visto la dedizione della prima cittadina a favore dei migranti.
Altro grande italiano è Giorgio Napolitano per il suo gesto di “eroicità patriottica” nell’accettare il secondo mandato a Presidente della Repubblica nonostante l’età avanzata, così come grande è Emma Bonino. Forse il nome dell’ex ministra e storica esponente radicale è quello che sembra stonare di più, ma per Bergoglio è “la persona che meglio conosce l’Africa”. Lui stesso, appena uscì la notizia della malattia della Bonino, volle chiamarla per esprimerle la sua vicinanza.
Come è possibile che proprio il Papa indichi in un ex comunista e in una radicale i nomi di due grandi italiani? È lo stesso Pontefice a spiegarlo. “Mi dicono: è gente che la pensa in modo molto diverso da noi. Vero, ma pazienza. Bisogna guardare alle persone, a quello che fanno”. Quello che conta, alla fine, è la persona e quello che fa, non quello che le ideologie vogliono farci credere.