Papa Francesco ha pregato a L’Aquila, la città italiana distrutta dal terremoto del 2009 per la pace, la riconciliazione e il perdono.
Papa Francesco ha visitato domenica la tomba di Celestino V, il primo papa che si dimise dal pontificato, nel 1294, lo stesso anno della sua elezione, quando aveva 80 anni e che è sepolto a L’Aquila. Il viaggio si è svolto nel bel mezzo di una grande attesa di fronte alle voci crescenti degli ultimi mesi su un’ipotetica dimissioni del pontefice argentino.
Tuttavia Bergoglio, che di recente ha riconosciuto che per lui è aperta la porta delle dimissioni, sebbene non sia giunto il momento di varcarla, durante il suo viaggio non ha fatto alcun riferimento a questa circostanza. Un’altra questione che aveva suscitato perplessità è l’incontro straordinario di tutti i cardinali che si terrà questo martedì per discutere della nuova Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, entrata in vigore a giugno, che suggella la riforma della Curia romana promossa da Francesco.
Questo incontro si vive con certe arie di conclave, poiché servirà ai cardinali di tutto il mondo che dovranno eleggere il prossimo Papa per vedersi per la prima volta, conoscersi e confrontarsi lo stato attuale e le esigenze della Chiesa. Questo è, in sostanza, ciò che si fa in conclave. A L’Aquila, dove si trova da circa quattro ore, Francesco ha visitato la cattedrale, semidistrutta dal terremoto e ancora in fase di ricostruzione.
Lì ha incontrato alcune delle persone colpite e i parenti delle vittime e ne ha riconosciuto la “capacità di resistenza”, che “ha permesso loro di resistere all’impatto del terremoto e di iniziare subito il coraggioso e paziente lavoro di ricostruzione”, ha affermato il Papa. , mentre incoraggia il restauro della città in un modo che coinvolga l’intera “comunità civica ed ecclesiale”.
Francesco ha visitato la città in questa data perché il 29 agosto 1294 Pietro Angeleri di Murrone fu nominato Papa, con il nome di Celestino V, in una cerimonia alla presenza di cardinali, nobili, re Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlos Martel, come oltre che una moltitudine di fedeli. Il pontefice argentino ha celebrato l’anniversario con una messa nel piazzale della Basilica di Santa Maria in Collemaggio, dove è sepolto Celestino V, il monaco eremita che fu per cinque mesi Papa della Chiesa Cattolica, finché si dimise circondato dalla corruzione del gerarchia ecclesiastica.
“Quest’uomo sembra rendersi pienamente conto di ciò che abbiamo sentito nella prima lettura: ‘Più grande sei, più umile diventerai e troverai grazia presso il Signore'”, ha sottolineato Papa Francesco. E ha aggiunto: «Proprio perché sono umili, gli umili sembrano deboli e perdenti agli occhi degli uomini, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano pienamente nel Signore e ne conoscono la volontà».
Papa Francesco ha anche spiegato che “l’umiltà non consiste nel svalutare noi stessi, ma in quel sano realismo che ci fa riconoscere le nostre potenzialità e anche le nostre miserie”. Papa Francesco ha anche elogiato l’opera del papa che ha rassegnato le dimissioni dal pontificato per tornare ad essere eremita e che è considerato un emblema della cristianità più essenziale e ha criticato le logiche del potere.
“La forza degli umili è il Signore, non le strategie, i mezzi umani, le logiche di questo mondo. In questo senso Celestino V è stato un coraggioso testimone del Vangelo, perché nessuna logica di potere poteva imprigionarlo e gestirlo”, ha detto il pontefice.
E ha aggiunto: «In lui ammiriamo una Chiesa che è libera dalle logiche mondane e che dà piena testimonianza a quel nome di Dio che è Misericordia». Dopo la celebrazione eucaristica, il pontefice argentino ha recitato il tradizionale Angelus e aperto la Porta Santa del Perdono Celestiniano, che permetterà ai fedeli di ottenere l’indulgenza plenaria. Francesco fu il primo Papa in 728 anni ad aprire la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Il Perdono Celestiniano è inserito nell’Elenco Rappresentativo del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’UNESCO, per essere simbolo di riconciliazione, coesione sociale e integrazione e evento che promuove i valori di condivisione, ospitalità e fraternità. Francesco si recò quindi alla tomba di Celestino V, dove pregò in privato. Nel 2009 Benedetto XVI si prostrò anche davanti alle spoglie dell’ex papa e molti interpretarono questo gesto come un annuncio delle proprie dimissioni, arrivate quattro anni dopo.
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