Migliaia di passeggeri sono rimasti bloccati negli aeroporti a causa dei voli interni cancellati. Le compagnie aeree non hanno potuto rifornire di carburante i velivoli.
L’unico fornitore di benzina non ha valuta estera per poter comprare il carburante sui mercati internazionali.
In Papua Nuova Guinea, l’isola dell’Oceania che si trova a nord dell’Australia, migliaia di passeggeri sono rimasti a terra perché le compagnie aeree di linea non hanno potuto rifornire gli aeromobili con il carburante necessario alla ripartenza.
Nel Paese bagnato dall’Oceano Pacifico esiste infatti un solo fornitore di benzina, la Puma Energy, che però è stato costretto a interrompere le forniture alle compagnie aeree in quanto la Banca centrale della Papua Nuova Guinea non ha abbastanza valuta estera che viene solitamente usata per comprare il carburante sul mercato internazionale.
Il mancato rifornimento ha così costretto le compagnie ha bloccare a terra gli aerei. A farne le spese sono stati i moltissimi passeggeri in partenza, impossibilitati a raggiungere le destinazioni previste.
In particolare si è generata una notevole confusione nell’aeroporto di Port Moresby, il principale snodo del Paese per i voli domestici, a seguito della cancellazione dei voli da parte dei principali operatori aerei nella giornata di giovedì.
Centinaia di viaggiatori sono stati respinti all’aeroporto internazionale di Jackson, nella capitale. I passeggeri si sono così rivolti al primo ministro James Marape per chiedere aiuto invocando un suo intervento. Il governo e il premier non hanno però ancora replicato alla richiesta.
La più grande compagnia aerea nazionale del Paese, la Air Niugini, ieri aveva diffuso un comunicato in cui aveva fatto sapere di aver cancellato tutti i voli nello Stato perché l’unico fornitore di carburante aveva sospeso le forniture a tutte le compagnie aeree.
“Abbiamo fatto il possibile per assicurare che questa situazione non si verificasse e che fossimo in grado di continuare a sostenere la popolazione della Papua Nuova Guinea, specialmente nel loro ritorno a casa dalle vacanze di Natale”, ha commentato la Air Niugini. “La compagnia aerea assicura tutti i suoi clienti che siamo costantemente aggiornati con i nostri pagamenti a Puma Energy”, ha aggiunto.
La compagnia ha sottolineato poi come anche le rotte internazionali avrebbero potuto subire cancellazioni, se la Banca centrale del Paese non fosse stata in grado di fornire abbastanza dollari americani al fornitore di carburante per permettergli di acquistare la benzina per i velivoli.
In Papua Nuova Guinea la conformazione del territorio e la mancanza di strade interconnesse tra loro fa si che il modo migliore e più sicuro per viaggiare e spostarsi sia attraverso gli aerei. Le due città più grandi, ad esempio, sono connesse tra loro solo via aria. Non esiste alcuna ferrovia e le persone non possono spostarsi via mare. Anche le merci viaggiano più spesso con gli aerei che non in nave.
Attualmente ci sono delle divergenze tra la compagnia che fornisce carburante agli aerei e la Banca centrale del Paese. Quest’ultima non si è ancora espressa sulla mancanza di valuta estera che ha comportato la cancellazione dei voli.
La scarsità di valuta estera, in particolare le riserve di dollari americani, è un problema che va avanti da oltre dieci anni nel Paese. Le attività commerciali hanno così difficoltà a pagare i loro fornitori perché non riescono a reperire la moneta necessaria.
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