Le Olimpiadi parigine del prossimo anno si avvicinano e il CIO dovrà decidere in maniera ufficiale se gli atleti russi potranno partecipare e con quali modalità.
Dal 2016 sono presenti ma neutrali, senza simboli del loro Paese.
Il Comitato olimpico internazionale si è espresso favorevolmente sull’ipotesi di far partecipare gli atleti russi alle Olimpiadi di Parigi del prossimo anno. In caso di un via libera definitivo, gareggeranno come neutrali. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky non è dello stesso avviso.
Per motivi sempre diversi, la Russia non partecipa con la propria bandiera ai Giochi olimpici dall’edizione di Londra del 2012. Questa è infatti stata l’ultima volta che abbiamo sentito risuonare l’inno in gare vinte da neocampioni olimpici russi. Dal 2016 in poi, invece, i russi hanno gareggiato ma sotto bandiera neutrale, senza poter rappresentare il proprio paese. Le ultime due edizioni, dunque, le cose sono andate così per via di un esteso e prolungato scandalo di doping che ha travolto trasversalmente moltissime discipline diverse. Mentre per il 2024 Zelensky aveva chiesto a gran voce una esclusione totale dei russi dalla competizione, per via dell’aggressione territoriale subita dagli ucraini.
Secondo il Comitato, durante un periodo di guerra le Olimpiadi devono avere una “missione che unisce”. Per questo motivo nessun atleta dovrebbe essere discriminato sulla base della sua nazionalità. “Dovrebbe essere esplorato un percorso che consenta agli atleti di partecipare alla competizione osservando rigide condizioni”, ha dichiarato il CIO ieri dopo una riunione.
Nel commento la Russia non è stata direttamente condannata per l’aggressione. Tuttavia, gli atleti che hanno “attivamente sostenuto la guerra in Ucraina” rischiano di essere del tutto esclusi, ha fatto sapere l’organismo olimpico.
Per sostenere la propria posizione, il CIO ha fatto l’esempio della Jugoslavia che a Barcellona nel 1992 partecipò alle Olimpiadi con atleti indipendenti. Il Paese invece era sotto sanzioni Onu per la guerra civile. La posizione dell’organismo sarebbe inoltre supportata da una vasta maggioranza di federazioni nazionali e comitati olimpici locali.
Mentre Kiev osteggia la posizione assunta dal Comitato, la Russia l’ha accolta con favore. “La voce del buon senso è stata ascoltata”, ha commentato il presidente del comitato olimpico russo Stanislav Pozdnyakov. “La nostra priorità è assicurare i diritti e gli interessi dei nostri atleti”, ha poi aggiunto.
Al di fuori della rassegna olimpici, nella maggior parte delle competizioni sportive internazionali i russi sono stati esclusi. Tra le poche eccezioni c’è il tennis in cui gli atleti non hanno mai smesso di partecipare, pur senza simboli riconducibili al proprio Paese come inni nazionali o bandiere.
A causa dell’impossibilità di partecipare, resta aperta la questione di come dovrebbero fare per qualificarsi all’evento sportivo più importante del prossimo anno, dato che spesso le qualificazioni si ottengono proprio con piazzamenti di rilievo in rassegne continentali o iridate.
Una soluzione potrebbe essere quella di gareggiare in Asia, dove secondo alcuni le condizioni di gara sarebbero più favorevoli rispetto a quelle in Europa, dove alcuni avversari diretti potrebbero mostrare ostilità in una sorta di solidarietà con gli ucraini.
Tra i favorevoli alla posizione del CIO c’è stata anche la sindaca di Parigi Anne Hidalgo. Intervistata dal canale France 2, la sindaca ha dichiarato: “Penso che sia un momento dedicato agli sportivi e che non bisogna privare gli atleti della loro competizione. Ma mi auguro, come gran parte del movimento sportivo, che non ci sia delegazione sotto bandiera russa“.
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