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Cronaca

Parla il bimbo del papà annegato a Centocelle: “La piscina non era in sicurezza”

La direzione del circolo di Centocelle in cui è avvenuta la tragedia ha replicato alle parole del papà del piccolo Adamo, che avrebbe girovagato da solo per 40 minuti, prima di finire nella piscina, dove poi è stato rinvenuto senza vita poco dopo le 20 di domenica sera. 

Il centro sportivo di Centocelle – Nanopress.it

Il piccolo Adamo, 3 anni – figlio di una coppia originaria della Costa d’Avorio – quella sera era a una festa coi genitori. Quando è stato lanciato l’allarme, per il bambino non c’era ormai più nulla da fare.

Le parole del papà del bimbo annegato

“La piscina in cui è annegato il mio bambino non era messa in sicurezza”.

Sono le parole di Sidiki Sako – riportate da Fanpage – papà del piccolo Adamo Malik, il bambino di 3 anni morto annegato nella piscina di un centro sportivo a Centocelle dove il piccolo stava partecipando a una festa insieme ai familiari e a un altro gruppo di persone.

Quando è stato lanciato l’allarme e sono stati allertati i sanitari per il piccolo Adamo non c’era più nulla da fare. I soccorritori non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Sulla morte del bambino è stata avviata un’indagine per chiarire cosa sia successo domenica pomeriggio e come abbia fatto il bimbo a finire in piscina, senza che nessuno se ne accorgesse. Da quando è sparito a quando è stato lanciato l’allarme sarebbero trascorsi 40 minuti, un tempo evidentemente lungo durante il quale il bambino sarebbe riuscito a eludere la sorveglianza degli adulti preposti a controllarlo.

Il papà di Adamo ha riferito di un cancello sotto al quale i bambini riuscivano a passare, nonostante fosse chiuso e dal quale sarebbe riuscito a raggiungere la vasca, dove è poi annegato. Al momento sono in corso le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma, che dovranno verificare eventuali responsabilità per la morte del bambino.

La salma del piccolo Adamo è stata sequestrata e consegnata all’Autorità giudiziaria, che a breve potrebbe disporre l’esame autoptico, anche se non sembrerebbero esserci dubbi sul fatto che il bambino sia morto per annegamento. Le telecamere di sorveglianza avrebbero ripreso gli spostamenti del piccolo, fino a quello verso la vasca in cui è morto.

La testimonianza di un socio del centro sportivo

Uno dei soci del centro sportivo ha raccontato a Fanpage come si sarebbero svolti i fatti.

“LA SITUAZIONE ERA FUORI CONTROLLO. VERSO LE 17 UNA QUARANTINA DI BAMBINI, CHE STAVANO PARTECIPANDO ALLA FESTA SONO STATI LASCIATI ‘ALLO STATO BRADO’. SONO ANDATI OVUNQUE, HANNO RAGGIUNTO I CAMPI DA PADEL MENTRE LE PERSONE GIOCAVANO, SONO STATI PRESI E RIPORTATI INDIETRO. Lo staff ha RICHIAMATO PIÙ VOLTE SIA I BAMBINI CHE I GENITORI, QUELLO CHE POTEVANO FARE HANNO FATTO”.

Quando un amico di famiglia ha trovato il corpicino di Adamo nella vasca era ormai troppo tardi. Saranno ora le indagini a chiarire se vi sia stata o meno un’omessa vigilanza.

Filomena Indaco

Classe 1983, divoratrice di libri e di parole, giornalista pubblicista. Sono la Direttrice Responsabile di NanoPress.it

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