Parlamentari condannati in via definitiva mantengono l’indennità: respinta la proposta del Movimento 5 Stelle

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I parlamentari condannati in via definitiva possono mantenere l’indennità. Lo ha deciso la Presidenza della Camera, rispondendo alla richiesta che era pervenuta da parte del Movimento 5 Stelle. I pentastellati, infatti, dopo il caso Genovese, avevano chiesto di sospendere il pagamento delle indennità ai deputati arrestati. Sulla vicenda sono stati interpellati anche i questori, per i quali l’ufficio di Presidenza non può prendere una decisione di tal genere che incide primariamente sullo status dei deputati.

Contrari a questo parere sono stati soltanto i grillini, mentre Edmondo Cirielli, di Fratelli d’Italia, ha preferito astenersi. Secondo i questori, un’eventuale sospensione dello stipendio, a causa delle condanne riportate, può essere decisa soltanto con una legge strutturata ad hoc. L’ufficio di Presidenza non può deliberare in questo senso.

Le reazioni

Il vicepresidente della Camera, del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha messo in evidenza che la sospensione è un provvedimento temporaneo e non definitivo. Tra l’altro non si è mostrato d’accordo alla decisione del collegio dei questori, perché non ci sarebbero dei precedenti in questo senso, quindi la decisione della Presidenza potrebbe essere anche accettata. A questo proposito, proprio Di Maio ha scritto su Facebook: “Il motivo della richiesta era semplice: se Genovese (Pd) è agli arresti domiciliari, i cittadini che lo pagano a fare?”.

Evidentemente questa volta c’è stata la possibilità di fare garantismo sulla posizione dei parlamentari e in molti non hanno esitato a prendere questa posizione. Riccardo Fraccaro, che fa parte dell’ufficio di Presidenza, del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato: “Ora basta, il M5s vuole porre fine a questo scandalo, i partiti ci hanno risposto negativamente e se ne assumeranno la responsabilità. Ora la battaglia contro la casta si sposterà in aula”.

Di Maio, da parte sua, ha rincarato la dose, affermando che i partiti hanno dato un pessimo esempio al Paese. Eppure, non ha mancato di far notare lo stesso Di Maio, sono proprio quelle forze politiche che parlano di lotta alla corruzione. L’istruttoria dei questori, comunque, ha portato a mettere in evidenza che, per ottenere l’obiettivo richiesto dai pentastellati, è necessaria un’iniziativa legislativa.

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