Parlamento chiuso per ferie fino al 12 settembre. O, meglio, il 12 settembre riapre la Camera dei deputati e il giorno seguente riapre il Senato. Tutto bloccato fino a metà settembre, dunque, nel nostro parlamento che ha chiuso per ferie già da qualche giorno. Si tratta di ben 40 giorni di vacanza per i nostri parlamentari, che ovviamente continueranno a percepire i 13mila euro al mese di stipendio anche se in vacanza. Lavorare stanca e un impiego usurante come quello del politico richiede un adeguato riposo, altro che le misere due settimane canoniche degli impiegatucci del settore pubblico e privato!
E nessuno si azzardi a ritirare fuori la storia della settimana corta: alla Camera si lavora meno di 20 ore a settimana e al Senato meno di 10. Non è la quantità che conta, ma la qualità. Giusto? Giusto!
Di seguito tutti i provvedimenti rimasti in sospeso e che saranno discussi in autunno, si spera. Tanto c’è tempo.
Conflitto di interessi: il 25 febbraio la Camera ha approvato la legge sul conflitto d’interessi, ma poi la cosa è morta lì. Il termine per gli emendamenti non è stato fissato e il ddl versa in stato comatoso in qualche cassetto della Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Ddl editoria: la Camera ha licenziato il provvedimento il 2 marzo, ma al Senato hanno avuto altro da fare. Le associazioni di categoria chiedono con forza che vengano discussi due punti in particolare: la cancellazione del carcere per i giornalisti e il tema delle querele temerarie, ovvero l’atto di querelare qualcuno sapendo di essere in mala fede e solo a scopo intimidatorio.
Reato di tortura: il primo via libera dal Senato è arrivato nel 2014, ma il reato di tortura fa storcere il naso ai partiti di destra che tradizionalmente attirano i voti degli esponenti delle forze dell’ordine.
Il rischio per i poliziotti è che qualche manifestante li aggredisca cercando di colpire i loro manganelli con la faccia, come avvenuto alla scuola Diaz durante il G8 di Genova, per poi accusarli pure di essere dei torturatori. Come tutti sanno le macchie di sangue sono particolarmente difficili da pulire.
Legalizzazione della cannabis: la Camera ha iniziato ad analizzare la questione lo scorso 25 luglio, ma i centristi si sono messi di traverso presentando circa 2mila emendamenti. Nel frattempo i ragazzini continuano a comprare gli spinelli dagli spacciatori per strada.
Ddl concorrenza: dopo oltre 10 anni dalle liberalizzazioni bersaniane stiamo ancora a parlarne. Sul tavolo le liberalizzazioni di diversi mercati: energia, taxi, albergi, RC Auto, ecc…
Riforma del processo penale: l’Italia ha visto oltre 150 riforme in materia di Giustizia dalla sua fondazione (numero approssimativo per difetto). Eppure i processi continuano a durare oltre 10 anni. Meglio così: come sfamare altrimenti gli oltre 250mila avvocati italiani? La riforma del processo penale sarà particolarmente ardua anche perché al suo interno c’è lo spinoso tema delle intercettazioni telefoniche, strumento di indagine essenziale per magistratura e polizia, che la politica cerca da sempre di azzoppare. I motivi li ignoriamo… Oppure no?
Riforma delle adozioni: la legge sulle unioni civili è stata approvata stralciando la parte che riguardava le adozioni. Il rischio che i centristi si mettessero di traverso per bloccare le adozioni delle famiglie gay era troppo alto.
Riforma dei partiti: la riforma è ferma da un po’. Il nodo centrale è la trasparenza che si vorrebbe imporre ai partiti, che dovrebbero dichiarare l’elenco di tutti i beni in loro possesso. E domani che altro si inventeranno, una legge che impedisce di prendere le bustarelle?
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