Rivoluzione o caos? A Parma, dopo l’1-4 in casa contro il Padova, sono saltati tutti: l’allenatore Luigi Apolloni, il responsabile dell’area tecnica Lorenzo Minotti e il direttore sportivo Andrea Galassi. Il presidente Nevio Scala ha a sua volta rassegnato la dimissioni. Uno tsunami vero e proprio: chi aveva ripreso la squadra dopo il fallimento, alle 20 di ieri ha deciso di lasciare.
La Società ha rilasciato un comunicato: “La prima squadra viene temporaneamente affidata all’allenatore della formazione Beretti Stefano Morrone. La proprietà del Parma Calcio 1913 desidera ringraziare di cuore Nevio Scala, Lorenzo Minotti, Andrea Galassi e Luigi Apolloni che con la propria passione e professionalità hanno contribuito a compiere il primo passo della rinascita del club”.
Un pezzo di vecchio Parma, quello delle Coppe e della serie A, non c’è più insomma. Questa volta neanche nei salotti che contano. Ciò non vuol dire che la Società sia di nuovo in cattive acque. A consigliare questi esoneri è la classifica. Mentre il favorito per sostituire Apolloni è Delio Rossi. Si vorrebbe trovare l’accordo per averlo in panchina già dalla trasferta di Ancona. Tutti gli esonerati avevano un contratto fino al 2018.
Stupisce che si tronchi definitivamente con la tradizione. In città, e non solo, per molti è stato un fulmine a ciel sereno. Poco più di un mese fa, in conferenza stampa, Scala e gli altri dirigenti avevano fatto quadrato difendendo Apolloni. Poi, evidentemente, la situazione è precipitata irrimediabilmente. Gli esonerati hanno a loro volta scritto una lettera: “Desideriamo esprimere alcune considerazioni in merito al nostro esonero avvenuto oggi e alle conseguenti dimissioni del presidente del Parma calcio 1913. Accettiamo la decisione che ci riguarda e ci sentiamo responsabili per non essere riusciti a rispondere alle aspettative della proprietà. Non è mai mancata la passione, l’impegno e la volontà: siamo profondamente dispiaciuti ma al contempo sereni per aver svolto il nostro lavoro con professionalità, onestà e dedizione. Siamo tuttavia sorpresi di questa decisione perché avevamo la certezza di un progetto che si nutriva di logiche differenti da quelle dei risultati, dei social e dell’apparire“.
Infine: “Avevamo sposato l’idea e i valori di una società che aveva dichiarato e si era impegnata pubblicamente a interpretare il proprio ruolo per ‘un calcio diverso’, etico ed espressione della rinascita sportiva di una città, ma prendiamo atto di questo nuovo inaspettato atteggiamento. Vogliamo ribadire il nostro amore per questa città e per i suoi tifosi: siamo stati sostenuti da una curva fantastica e ci sentiamo legati in modo indissolubile a questa squadra e a questa maglia. Auguriamo al Parma di ritornare al più presto ai massimi livelli del calcio italiano. Un abbraccio ed un ‘in bocca al lupo’ a tutti i nostri calciatori e a tutti i collaboratori con i quali abbiamo condiviso la nostra esperienza a Parma”.