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Probabilmente sono state ritrovate le ossa di Pasqualino Porfidia, scomparso da Marcianise 24 anni fa, il 7 maggio del 1990. All’epoca Pasqualino aveva 8 anni e viveva in questo paese in provincia di Caserta. I carabinieri hanno effettuato un’ispezione di pozzi e cunicoli nella zona di San Giuliano e hanno ritrovato frammenti di ossa e brandelli di vestiti. I sopralluoghi vanno ormai avanti da una settimana e le forze dell’ordine si sono servite anche di un cane della Polizia addestrato nel seguire i residui molecolari.
Poco tempo fa è stato riaperto il caso del bambino scomparso. Nella puntata di Chi l’ha visto del 7 maggio 2014 si è parlato proprio di questo caso, e dopo l’apparizione di una lettera scritta da un uomo che si è suicidato, si sono aperti scenari inquietanti. L’ombra della pedofilia giganteggia in questa tiste storia. Salvatore Gionti, avvocato che assiste la famiglia Porfidia, è stato intervistato dall’Ansa, e a loro ha detto: “La Procura è stata molto celere nel comprendere che c’erano elementi importanti per riaprire il caso“.
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La lettera del trentenne suicida
Il caso, dopo 24 anni, è stato aperto grazie ad una lettera scritta da un trentenne, originario di Marcianise, che ha posto fine alla sua vita nel 2012. Nella missiva del suicida, che nel frattempo si era trasferito a Milano, si fa riferimento alle violenze subite, proprio nel paese del casertano, da parte di un adulto. Stupri ripetuti, che erano avvenuti quando il piccolo aveva solo 7 anni, e che non aveva mai avuto il coraggio di confessare. Il dato inquietante è che questo uomo accusato di abusi, a Marcianise, abitava proprio in una casa vicina a quella del piccolo Pasqualino.
Gli inquirenti, quindi, pensano che ci sia una correlazione tra quello che si racconta nella lettera-confessione dell’uomo trasferitosi a Milano, e la scomparsa del bambino. Con la riapertura del caso, gli investigatori potranno ricontrollare i luoghi della scomparsa, analizzando meglio gli elementi già in loro possesso e procedendo al recupero di nuove possibili testimonianze utili alle indagini per sapere cosa è successo a Pasqualino Porfidia.
La confessione al parroco
Nell’ambito di questo caso piuttosto misterioso, che dura ormai da tanto tempo, sono emerse anche le confessioni di una donna, che avrebbe riferito al parroco, don Carlo, dei particolari interessanti. La donna avrebbe visto Pasqualino salire a bordo di una macchina guidata da un uomo. La madre del bambino ha sempre cercato di arrivare alla verità, anche perché è stata convinta del fatto che il prete potesse saperne di più. Tuttavia il sacerdote ha sempre negato ogni riferimento.
Eppure c’è anche la testimonianza di un cugino di Pasqualino, che potrebbe andare anche in questo senso. Nel 2000 il cugino dello scomparso ha raccontato che in una sala giochi frequentata dai bambini si sarebbe fatto vedere spesso un uomo di circa 30 anni, che offriva soldi e riviste ai più piccoli. C’è anche chi ha visto delle macchine sospette vicino alla casa di Pasqualino nei giorni prima della scomparsa. Si sarebbe trattato di una Lancia Beta bianca e di un’Alfa Sud metallizzata. Tutti questi indizi sono stati suffragati da delle prove ben precise. Per esempio, le riviste (si sarebbe trattato di giornali pornografici), presumibilmente dati dall’uomo ai ragazzini, sarebbero state ritrovate vicino alla stazione di Marcianise.
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