Patrick Zaki dovrà rimanere in carcere altri 45 giorni. A stabilirlo è stato un tribunale de Il Cairo, che ha rinnovato la custodia cautelare del ventottenne, studente dell’Università di Bologna del Master europeo sulle differenze di genere.
L’avvocata del giovane, Hoda Nasrallah, ha riferito la decisione dei giudici, che dunque sostengono ancora l’accusa di propaganda sovversiva di Zaki tramite i social, per la quale era stato arrestato a febbraio, rientrato in Egitto per una breve visita alla famiglia.
Prima trattenuto in aeroporto senza spiegazioni, era poi stato avvisato di essere ritenuto colpevole di diffusione di notizie false volte a istigare violenza e proteste contro le autorità politiche egiziane. Accuse che in Egitto, solitamente, sono rivolte a dissidenti o persone critiche verso il governo.
Gli attivisti del gruppo Patrick Libero, su Facebook, si sono subito attivati.
“Con la decisione di oggi, Patrick rimane in carcere per altri 45 giorni a seguito di false accuse. Ora aspettiamo, sperando nella prossima udienza. Abbiamo riacceso le nostre speranze solo per essere di nuovo frustrati? Patrick sta perdendo un altro mese e mezzo di studi e la sua vita?”, si legge.
Il gruppo ha organizzato proteste a Torino, Milano e Roma nella speranza che l’Italia prenda una posizione nei confronti dell’Egitto anche dopo il caso di Giulio Regeni, scomparso nel 2016. Amnesty International, intanto, continua a chiedere di fare chiarezza sul caso. Il portavoce della sezione italiana, Riccardo Noury, ha dichiarato che serve un impegno da parte del Governo affinché Patrick sia sottoposto a un processo giusto e che non subisca ulteriori torture.
I familiari di Patrick sono in prima linea da otto mesi affinché il giovane torni libero. Il ragazzo soffre d’asma e rischia di ammalarsi molto seriamente in carcere in relazione anche alla diffusione del Covid. Non solo: non possono nemmeno comunicare in maniera diretta col giovane, ma solo tramite bigliettini che vengono comunque controllati.
Se i cartelloni gialli con la scritta Verità per Giulio Regeni si possono ancora trovare in giro per lo Stivale, altrettante sono le iniziative in sostegno di Patrick. Infatti, per tutto il paese farà tappa l’aquilone dedicato allo studente, sul quale è rappresentato il suo volto disegnato dall’artista-attivista Gianluca Costantini.
Dopo Cervia a settembre, oggi vola a Milano. Un’idea di Amnesty International Italia, Articolo 21 e Festival dei diritti umani affinché non si dimentichi questo caso che vede coinvolto un giovane che aveva scelto l’Italia per studiare e approfondire le proprie conoscenze. Sempre Amnesty, tra l’altro, ha organizzato per oggi anche un flash-mob a Roma, che si terrà al Pantheon.
Pochi giorni fa, è comparsa a Bologna un’opera di street art che rappresenta i due studenti che si abbracciano mentre Giulio Regeni dice a Patrick Zaki: “Stavolta andrà tutto bene“. Si trova in via XX ottobre ’44, proprio vicino all’università, ed è firmato dall’artista Laika.
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