Questa mattina si terrà la settima udienza a carico di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna arrestato per il suo lavoro in favore dei diritti umani. Ecco le novità che arrivano dall’Egitto.
Questa mattina il giovane Patrick Zaki, dopo 22 mesi di custodia cautelare, affronterà la settima udienza del suo processo in Egitto, con la speranza di tornare finalmente libero.
Il giovane attivista e ricercatore egiziano dell’Università di Bologna si è battuto per i diritti umani in Egitto e, per questo motivo, nel 2020 è stato arrestato. Ecco cosa potrebbe succedere oggi a Zaki.
Questa mattina, a Mansura la città natale di Patrick Zaki, la settima udienza del processo che lo coinvolge per “diffusione di notizie false”, l’accusa che le autorità egiziane gli hanno imputato.
Alcune fonti giudiziarie che hanno dato qualche anticipazione su come potrebbe andare il processo, hanno parlato di un possibile rinvio di due o tre mesi: un tempo che i giudici vorrebbero prendersi per maturare una decisione politica.
Quest’ultima, potrebbe congelare per sempre il processo, facendo sì che Patrick torni libero come prima del 2020.
L’accusa che resta, dopo che quattro in questi mesi sono cadute, è quella di diffusione di notizie false, che potrebbe essere punita con 5 anni di carcere.
L’avvocata Hoda Nasrallah, una delle principali di Zaki, non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito, ma già Patrick aveva detto ultimamente che non si aspettava niente di che dall’udienza di oggi.
Appuntamento, quindi, al Palazzo di Giustizia di Mansura dove si aspetterà l’ennesimo esito dell’udienza, che potrebbe portare Patrick alla libertà oppure a un rinvio e ad altri anni di carcere.
Patrick Zaki, per chi non lo sapesse, è un attivista e studente egiziano, che si trovava all’Università di Bologna nel 2020.
Si batteva spesso per i diritti umani, soprattutto per il suo Paese, l’Egitto. In un suo articolo del 2019, infatti, denunciava la discriminazione cristiano-copta nella sua terra natìa, cosa per cui è stato accusato.
Tornato per le vacanze a casa da Bologna, Zaki non è mai uscito dall’aeroporto, prelevato dalle forze dell’ordine con uno stato di fermo per cinque accuse.
Durante il sequestro, come lui stesso poi dopo ha raccontato, è stato torturato, picchiato, minacciato di violenze sessuali e portato di forza all’elettroshock.
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