Un nuovo capitolo si apre per Patrizia Reggiani, conosciuta ai più con il nomignolo di “Lady Gucci”. Per la moglie del noto stilista Maurizio, una nuova fase di processo sta per aprirsi. La donna, infatti, è da 17 anni in carcere.
Condannata a 26 anni come mandante dell’omicidio di suo marito, la Reggiani ora dovrà vivere una nuova fase dell’inchiesta giudiziaria che la vede coinvolta.
Patrizia Reggiani: un nuovo capitolo giudiziario
Rinviare a giudizio, o meno, gli otto indagati in quello che è stato definito “l’affaire Lady Gucci”? L’udienza preliminare che lo stabilirà potrebbe iniziare anche questa settimana ed aprirà, così, un nuovo capitolo dell’inchiesta portata avanti dalla Procura di Milano, in particolare su quella che è la gestione del patrimonio lasciato in eredità da Silvana Barbieri alla figlia Patrizia Reggiani.
Gli indagati vedono tutti pendere sul loro capo diverse accuse, fra le quali quelle di circonvenzione di incapace, corruzione, furto, peculato e induzione indebita. È stata una nova consulenza medica, chiesta dai magistrati che stanno indagando sulla vicenda del patrimonio ereditato dalla stessa Reggiani e da quelli che sono stati definiti “i suoi amici vampiri”, che ha stabilito che la Reggiani stessa è affetta da una fragilità psichica, che le è stata causata dall’operazione subita per l’asportazione di un cancro al cervello.
Patrizia Reggiani, dopo aver ricevuto la condanna a 26 anni di carcere per l’omicidio (in quanto mandante) del marito Maurizio Gucci, 17 dei quali già trascorsi in carcere, vede aprirsi davanti a sé una nuova vicenda giudiziaria. La stessa, però, questa volta, non sarà nel banco degli imputati.
È la parte offesa del processo, quel processo che vale più di 16 milioni di euro. Davanti al giudice per l’udienza preliminare, compariranno con molta probabilità, anche fra gli altri l’ex amministratore di sostegno della Reggiani, l’avvocato Pizzi, la compagna di cella della Reggiani, Canò, il curatore legale di Silvana Barbieri (madre di Patrizia Reggiani), l’avvocato Giani, e anche Marco Chiesa, che all’epoca dei fatti era consulente finanziario della madre della stessa Reggiani.
La donna, stavolta, è parte offesa: c’è chi manipola il suo patrimonio
Nell’avviso che è stato notificato agli indagati, grazie alle indagini portate avanti dagli uomini della Guardia di Finanza, ci sarebbero anche due prestanome, tali Marco Riva e Maria Angela Stimoli, che sono stati usati per cercare di far fruttare il patrimonio della stessa Reggiani avuto in eredità, attraverso una fondazione.
Ma ci sono anche, sempre fra gli indagati, due figure apparentemente minori, tali Mario Wiel Marin e Marco Moroni. Questi ultimi sono i titolari di una società che è stata incaricata di effettuare una perizia sul valore economico di cinque società immobiliari, la cui deceduta Silvana Barbieri era amministratrice. Per loro le accuse sono di reati minori.
Secondo le indagini, iniziate nel 2018, il patrimonio della stessa Reggiani è stato “oggetto di gola” per molti, a partire proprio dalla sua compagna di cella, la Canò, che è andata a vivere nella casa della stessa Reggiani. Qui l’avrebbe plagiata e manipolata, arrivando a controllarne la sua vita e il patrimonio.
Negli atti dell’indagine stessa si trova, anche, una sentenza della Cassazione che vede le figlie dello stesso Gucci dover corrispondere alla loro madre, un vitalizio di un milione di franchi l’anno e 35 milioni di arretrati.
Dall’altro lato, nel testamento della madre della Reggiani, risultano esser presenti 130 proprietà immobiliari insieme anche ad alcune polizze assicurative, che sono finite proprio in quella fondazione che, come dicevamo, è sotto accusa.