Paul Haggis pagherà 7,5 milioni di dollari a una donna per stupro

Una giuria di New York City ha ordinato al regista Paul Haggis di pagare 7,5 milioni di dollari di risarcimento per aver violentato la pubblicista Haleigh Breest.

Paul Haggis
Paul Haggis – Nanopress.it

Il verdetto è stato chiaro per Paul Haggis: il regista canadese dovrà risarcire Haleigh Breest con 7,5 milioni di dollari. La donna lo denunciò per stupro nel 2017, sostenendo di essere stata violentata quattro anni prima dal cineasta. La Breest accusò Haggis di aggressione, percosse, stupro, abusi sessuali aggravati e violazione della legge di New York sulla violenza di genere presso la Corte Suprema di New York.

Paul Haggis, maxi risarcimento per Haleigh Breest

La sentenza emanata copre solo i danni risarcitori. La giuria tornerà in tribunale lunedì per determinare i danni punitivi legati al caso di Paul Haggis, accusato di stupro ai danni di Haleigh Breest. La giuria di tre uomini e tre donne è giunta alla decisione dopo quasi sei ore di deliberazioni.

Gli avvocati della Breest, Zoe Salzman e Ilann Maazel, hanno rilasciato una dichiarazione dopo il verdetto affermando di essere “contenti di vedere giustizia per la nostro cliente, Haleigh Breest“, ringraziando la giuria che ha tenuto conto delle prove contro il regista, ritenendolo “responsabile del suo comportamento deplorevole“.

Breest ha raccontato che Haggis l’ha violentata nel suo appartamento di Soho nel gennaio 2013, decidendo di citarlo in giudizio, quattro anni dopo, quando ha visto lo scrittore e regista di Crash condannare Harvey Weinstein in un tweet dopo che diverse donne si erano fatte avanti per accusare il produttore di molestie e violenze sessuali.

L’ipocrisia era di livello inaudito“, ha detto la Breest sul banco dei testimoni. “Mi ha  estremamente sconvolta e ho voluto agire. Ho parlato con gli amici, ho fatto ricerche e poi ho assunto avvocati“.

Haggis non ha mai negato di aver fatto sesso con Breest, ma ha detto che l’incontro è stato consensuale.

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Paul Haggis – Nanopress.it

I legami con Scientology

I suoi avvocati hanno cercato di convincere la giuria che dietro la denuncia di Breest c’era la Chiesa di Scientology. Haggis è stato membro della chiesa per più di trent’anni, prima di rompere pubblicamente con la stessa nel 2009. Da allora, è diventato uno dei critici più accesi della religione.

Durante il processo, l’attrice e collega Leah Remini – che, un tempo, faceva parte di Scientology – ha testimoniato in difesa di Haggis, dicendo che credeva che il regista fosse la “vera” vittima del caso.

Ha descritto come gli scientologisti l’hanno perseguitata quando ha lasciato la religione e hanno cercato di costringerla al silenzio con la minaccia di azioni legali e video di attacchi contro i suoi stessi familiari che facevano ancora parte della chiesa.

Tuttavia, anche gli avvocati di Haggis sono stati costretti ad ammettere in tribunale di non avere prove che collegassero la Breest – o nessuna delle altre quattro donne che hanno testimoniato su incontri simili con Haggis – a Scientology.

La giuria – alla fine – ha deciso che gli avvocati di Breest hanno dimostrato, con una preponderanza di prove, che Haggis l’ha violentata nel suo appartamento la notte del 31 gennaio 2013.

L’incontro tra il regista e la pubblicista

Breest e Haggis si sono incontrati grazie al suo lavoro freelance per la Cinema Society, un’organizzazione che ospita anteprime di film a New York City. Dopo un evento, Breest disse che Haggis l’ha invitata a tornare nel suo appartamento per bere qualcosa: la donna accettò.

Nell’appartamento, Breest ha detto che Haggis l’ha baciata con la forza e poi le ha ordinato di fargli sesso orale. Dice di essersi sentita come un “animale in trappola” poiché Haggis, alla fine, l’ha violentata. I collant che indossava quella notte, sono stati analizzati e si è scoperto che su di essi c’era il liquido seminale di Haggis.

Haggis ha detto che non ricordava di aver fatto sesso con la donna, ma solo di aver ricevuto una fellatio prima che si addormentasse.  Sebbene sostenesse che l’incontro fosse consensuale, ha ammesso sul banco dei testimoni che la Breest ha espresso esitazione per tutta la notte, pensando che fosse un atteggiamento “giocoso“.

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