L’insegnante era stata accusata di aver scambiato, con altri docenti, alcuni messaggi poco carini sul figlio di una loro collega. Quest’ultima, per caso, era venuta a conoscenza di tale situazione attraverso un computer della scuola che era rimasto aperto sulla pagina della chat.
Una situazione che finalmente ha avuto il suo esito e che ha visto la reintegrazione di una delle tre maestre della scuola elementare di Pavia la cui accusa era quella di avere avanzato delle parole poco carine nei confronti del figlio di una collega con cui lavoravano.
È stato lo stesso legale dell’insegnante a condividere l’esito della vicenda. Egli infatti ha affermato che l’unica colpa della cliente è stata quella di trovarsi di fronte a tali parole che automaticamente ha letto dallo schermo del computer.
E’ questa una situazione che lo stesso PM ha riconosciuto e che ha spinto l’ufficio scolastico territoriale a reintegrarla dopo la sospensione.
Su questo argomento l’avvocato si è dilungato a lungo affermando che non tutte e tre le maestre coinvolte in tale circostanza hanno insultato il bambino.
Il legale ha inoltre aggiunto che è venuto a conoscenza, attraverso la Stampa, di un’udienza che si terrà a settembre, un qualcosa da cui loro sembrano essere esclusi per il momento in quanto non hanno ricevuto nessuna notifica.
L’uomo comunque ha raggiunto che, nel caso in cui anche loro saranno chiamati in tribunale, porteranno con sé tutti i documenti necessari per la difesa. L’avvocato infine aggiunge che le frasi incriminatorie erano ovviamente scritte da altre persone perché la cliente è totalmente estranea a questa vicenda.
Una storia che ha avuto inizio nel mese di febbraio del 2022 nel momento in cui la madre di un bambino che frequentava l’istituto elementare era venuta a conoscenza di una conversazione rimasta in bella vista sullo schermo di un computer.
Quello che doveva essere un semplice scambio di opinioni tra due colleghe si è trasformato in parole molto pesanti rivolte proprio al figlio della donna.
La madre del bambino in questione ha scelto quindi di agire via legale e di denunciare l’accaduto provocando così la sospensione di tre docenti.
Una denuncia in cui è dovuto necessariamente intervenire un avvocato il quale ha contro denunciato quella madre che lavorava come insegnante nello stesso Istituto accusandola di accesso abusivo al sistema informatico e violazione della corrispondenza.
Durante i primi giorni di agosto, la procura aveva avanzato la richiesta di archiviazione per tutte e tre le docenti contro le quali la madre si era opposta. Per il momento abbiamo assistito soltanto al reintegro di una delle docenti.
Parole molto dure quelle che la madre del bambino afferma di aver letto. Le colleghe definivano l’alunno con descrizioni per nulla carine come “sporco“, “pirla” e ” bambino di m…”.
La madre ha raccontato anche che tra le varie foto inviate tra di loro su WhatsApp ce n’era anche una in cui il bambino veniva immortalato mentre era seduto al banco dopo essere stato messo in punizione, uno scatto in cui il piccolo veniva immortalato con le braccia incrociate e lo sguardo basso.
La Provincia Pavese ha definito quelle espressioni come un vero e proprio “sfogo delle frustrazioni di un’insegnante con una collega “.
E’ questa la motivazione che ha spinto quindi a chiedere l’archiviazione. Inoltre anche le ipotesi di maltrattamento e di abuso di mezzi di correzione non sono strade che possono essere percorse in quanto le insegnanti non hanno effettuato nessun trattamento “afflittivo” verso l’alunno.
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