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Politica

Pd, Avs e terzo polo hanno abbandonato la commissione Bilancio mentre si discuteva della manovra

Il Partito democratico, il terzo polo di Azione e Italia viva, l’alleanza Europa Verde e Sinistra Italiana hanno lasciato la commissione Bilancio per protesta per il ritardo del governo di Giorgia Meloni nella consegna degli emendamenti. Nella sala del Mappamondo per le opposizioni è rimasto solamente il Movimento 5 stelle, che comunque ha partecipato alla protesta che ha portato alla sospensione della seduta.

Giancarlo Giorgetti – Nanopress.it

Oltretutto, fonti della maggioranza hanno confermato che nella legge di bilancio non sarà inserita la misura sul Pos, ovvero l’innalzamento della soglia affinché debba essere accettato obbligatoriamente pena le sanzioni, cosa che il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha detto che spera che ci saranno ulteriori riflessioni.

Manovra, Pd, Avs e terzo polo abbandonano la commissione Bilancio

Il tic toc dell’orologio angoscia la maggioranza, che entro il 31 dicembre deve vedere approvata dal Parlamento la legge di bilancio. La situazione, però, non è semplice neanche per le opposizioni, specialmente per il Partito democratico, Azione e Italia Viva, quindi il terzo polo, l’alleanza Verdi e Sinistra italiana che hanno abbandonato la sala del Mappamondo dopo che, per l’ennesima volta, il governo di Giorgia Meloni, specialmente Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Economia e delle Finanze, hanno rinviato la consegna degli emendamenti in commissione Bilancio. Gli unici a essere rimasti, pur prendendo parte alla protesta (e alla bagarre) sono stati i parlamentari del MoVimento 5 stelle.

A commentare per prima la scelta è stata la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, che ha spiegato che si sono abbandonati i lavori perché “non esiste che si tratti così il Parlamento, è inaudito. La legge di bilancio se la fanno da soli“.

Debora Serracchiani – Nanopress.it

Sono sette volte che cambiano l’orario, avevano promesso che avrebbero dato il terzo pacchetto di emendamenti – ha continuato – e che il ministro sarebbe arrivato dopo almeno due ore, per dare a noi la possibilità di vedere gli emendamenti e poi discuterli con lui. Il pacchetto non è arrivato, non c’è, non esiste, verrebbe solo il ministro a fare il solito comizio sulla legge di bilancio. Non abbiamo bisogno del comizio“, ha spiegato ancora Serracchiani. “I relatori per la prima volta non hanno neanche un pacchetto degli emendamenti dei relatori perché loro stessi non sanno su cosa sta lavorando il governo. È assurdo“, ha concluso.

Dello stesso avviso, Marco Grimaldi, capogruppo dei rossoverdi in commissione Bilancio alla Camera: “I sottosegretari non sanno nulla della manovra, non si è mai visto che siano qui e non conoscono nemmeno gli articoli. La bollinatura è una scusa per coprire le lacune politiche di questo governo“. Dal gruppo di Carlo Calenda e Matteo Renzi, ha parlato Luigi Marattin: “Si è superato ogni limite umano, c’è un limite anche alla presa in giro“, ha detto.

Giorgetti annuncia il pacchetto di emendamenti del governo alla legge di bilancio

Alla fine comunque è arrivato il titolare del ministero del Tesoro, spiegando innanzitutto i motivi del ritardo, gli uffici del Mef, ha detto, “erano pronti con un maxi-emendamento, ma la presidenza della Camera ci ha manifestato l’indisponibilità a considerare ammissibile se non spacchettato e abbiamo proceduto a un lavoro molto complicato di spacchettamento per comporre e ricomporre anche le coperture“.

Quanto a cosa ci sarà, qualche fonte della maggioranza aveva fatto capire che non sarebbe stata introdotta la misura che avrebbe abolito le sanzioni per il mancato uso del Pos sui pagamenti entro i 60 euro, ma su quello, ha spiegato Giorgetti, spera ci sarà “un’ulteriore riflessione“.

In merito al resto, invece, sale da 20 a 25mila il tetto del reddito per il taglio del cuneo contributivo di un ulteriore punto percentuale. Poi, ha detto ancora il vicesegretario della Lega, il governo ha “ripristinato una vecchia norma del 2012 che permette per i contratti dei mutui ipotecari di tornare dal tasso variabile al tasso fisso“, ha confermato che le mensilità per il reddito di cittadinanza per il 2023 scenderanno da otto a sette. Non solo, perché Giorgetti ha annunciato che salirà a 8mila euro il tetto decontribuzioni neoassunti, che le pensioni minime, esattamente come avevano promesso da Forza Italia, saliranno a 600 euro per gli over 75, che salirà l’assegno unico per chi ha quattro o più figli, e poi ci sarà una proroga per la Cilas per il Suberbonus al 31 dicembre.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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