Pd: D’Alema prepara la scissione da Renzi e strizza l’occhio a Emiliano

Massimo D'Alema


Massimo D’Alema è sempre più tentato dalla scissione dal Pd di Matteo Renzi. A livello teorico lo strappo è avvenuto da tempo: sarà che al primo non è mai piaciuto rimanere nell’ombra, ma tra i due non c’è mai stato idillio. Ma ora D’Alema sta aspettando che Renzi faccia il passo sbagliato per passare dalla teoria alla pratica: ovvero chiedere le elezioni anticipate senza cambiare la legge elettorale.
«Elezioni anticipate? Il giorno in cui, senza cambiare la legge elettorale, Renzi chiedesse a Gentiloni di dimettersi per andare al voto anticipato, io credo che la reazione dovrebbe essere quella di preparare un’altra lista» ha ribadito D’Alema il giorno dopo aver minacciato la scissione del centro congressi Frentani, durante l’assemblea nazionale dei comitati del No al referendum costituzionale del centrosinistra. E ancora: «Spero che non si arrivi alla scissione. Ma se nella sinistra si formerà un nuovo partito sicuramente supererà il 10 % dei voti. Lo dico perché ho fatto fare delle ricerche».

Gli scenari possibili
Il nuovo, ennesimo, partitino non correrebbe da solo: sarebbe pura follia. Nei piani ci sarebbe infatti un’alleanza con il Pd e con Sinistra Italiana. «Una cosa è allearsi avendo una forza e potendo condizionare. Altra cosa è consegnarsi nelle mani di un gruppo dirigente», puntualizza D’Alema. Insomma, il ritorno dell’Ulivo o dell’Unione: la vecchia coalizione di centrosinistra che abbraccia tutti, da chi strizza l’occhio ad Alfano e a chi ha in casa il poster di Che Guevara.
Michele Emiliano nel nuovo partito o leader Pd?

Michele Emiliano

Uno che sta preparando l’assalto alla segreteria del Pd è il governatore della Puglia Michele Emiliano: «Se qualcuno si prende la briga di aprire il congresso è possibile che mi candidi». Emiliano alla guida del nuovo partito sarebbe un’ipotesi che alletta D’Alema, e non poco: «Michele ha tanti difetti e magari non sarà il leader ideale della sinistra per atteggiamenti e convincimenti, ma è una brava persona e può recuperare molto nel confronto con i Cinquestelle». L’idea di Emiliano leader della lista piace a D’Alema perché porterebbe con sé l’obiettivo ambizioso di superare il 10%. Conquistando consenso al Sud. «In alcune regioni – spiega D’Alema – possiamo prendere più di Renzi. Anche perché nel Mezzogiorno il Pd ha raccolto il peggio degli ex cuffariani e cosentiniani, mentre la gente per bene se ne va». Sulla stessa lunghezza d’onda Emiliano: «Renzi al Sud non arriva, è troppo complicato per lui. È abituato in Toscana, dove se uno si candida con il Pd viene eletto. Non capisce il Sud perché in Toscana e Emilia il Pd vive naturalmente la sua dimensione. Nel Sud doveva scegliere le persone con cui interloquire».

Chi farebbe parte della lista-D’Alema?
Sono solo supposizioni (come del resto il nuovo partito) ma possiamo già abbozzare una lista-D’Alema, che abbraccerebbe buona parte della minoranza dem. Potrebbe rientrare Roberto Speranza, che comunque afferma: «Io sto girando l’Italia per la mia candidatura alla guida del Pd. E sto combattendo la mia battaglia dentro il partito».

Tra gli altri ipotetici appartenenti (raccontano i retroscena di Repubblica) al partito di D’Alema ci sono Francesco Boccia, l’eurodeputato Massimo Paolucci, il parlamentare europeo Antonio Panzeri, il senatore Paolo Corsini, senza dimenticare Pietro Folena, Valdo Spini, il professor Guido Calvi, Cesare Salvi, Flavio Zanonato, Michele Caiazzo e il sindacalista Cgil Michele Gravano. E Pierluigi Bersani? Pare che si sia defilato e che voglia continuare la battaglia a Renzi dall’interno del Pd: discontinuità ma nessuna scissione.

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