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Pecore picchiate durante la tosatura: la denuncia della Peta

Continuano le denunce delle associazioni animaliste sui maltrattamenti animali negli allevamenti: le ultime vittime sono le pecore picchiate e torturate presso diversi stabilimenti situati sia negli Stati Uniti che in Australia, come si può vedere da alcuni video realizzati dalla Peta, filmati ovviamente di nascosto. Dopo le immagini delle violenze subite mucche in Canada e dai conigli negli allevamenti spagnoli, è il turno ora delle pecore, le quali finiscono per essere anch’esse ennesime vittime delle crudeltà celate dietro la produzione industriale.

ATTENZIONE IMMAGINI CRUENTE E NON ADATTE A UN PUBBLICO SENSIBILE

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Le pecore vengono prese a calci e pugni dai dipendenti degli stabilimenti, picchiate selvaggiamente, in alcuni casi torturate e lasciate morire agonizzanti, tutto perché non stanno sufficientemente ferme durante la tosatura: dietro la produzione della lana, esattamente come per il latte delle mucche ed altre realtà industriali nel settore agro-alimentare, si nasconde una barbara violenza quotidiana, che la denuncia di associazioni come la Peta fa conoscere all’opinione pubblica ignara, grazie al metodo dei filmati clandestini diffusi attraverso il web. La Peta ha preso in esame quanto accade in 19 allevamenti australiani e 14 fattorie in Wyoming, Colorado e Nebraska: uno spaccato di atroce realtà tra i due Paesi in cui avviene il 90 per cento della produzione di lana merinos, una delle più pregiate al mondo. La tosatura sarebbe una pratica indolore per le pecore, se queste non venissero brutalmente maltrattate, quasi fossero oggetti inanimati.

Considerando che in Australia vengono tosate ogni anno circa 4 milioni di pecore e negli Stati Uniti 3,7, in scala le dimensioni sul fenomeno delle violenze sommerse negli stabilimenti raggiungerebbe dati davvero preoccupanti. Difficile immaginare che si tratti di coincidenze, di poche ‘mele marce’: evidentemente la pratica dei maltrattamenti a questi ovini è piuttosto comune, e d’altronde in giro per la Rete si trovano svariati video di violenze commesse negli stabilimenti ai danni delle pecore. Nessuno di noi solitamente si interroga su come vengono realizzati i maglioni di lana che indossiamo ogni inverno, e fa rabbrividire pensare quanto dietro a quel vestito possano esserci violenze e soprusi di ogni tipo: la speranza è che l’eco della denuncia della Peta, una delle associazioni maggiormente riconosciute sul piano dei diritti animali, possa essere talmente forte da cambiare drasticamenti i metodi utilizzati negli allevamenti, frutto di una crudeltà gratuita che fa inorridire.

Giulio Ragni

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