Emergono ulteriori dettagli nella vicenda dell’istruttore di karate vicino Brescia arrestato con l’accusa di pedofilia e violenza sessuale di gruppo. L’uomo avrebbe plagiato e abusato di alcune allieve, tra cui una ragazzina di 12 anni, in uno stanzino della palestra, insieme a dei complici, probabilmente genitori di altri ragazzini.
Lo scandalo è scoppiato il 6 ottobre, con l’arresto dell’istruttore. Le indagini sono partite dalla denuncia della ragazzina che, all’epoca dei fatti, aveva 12 anni, e da quella dei genitori di un’altra adolescente conosciuta in una parrocchia di Lonato del Garda, dove l’istruttore svolgeva l’attività di educatore.
Secondo l’accusa l’istruttore, 42 anni, avrebbe commesso i reati tra il 2008 e il 2017. Avrebbe plagiato le sue allieve, facendole diventare «le sue fidanzate», inducendole così ad avere rapporti sessuali con lui e altre tre persone, ora indagate.
Una di loro, racconta Il Giorno, si sarebbe pure innamorata di lui: «Sono ancora innamorata di lui – ha raccontato una ragazza, nel cui telefonino gli inquirenti hanno trovato 71.894 messaggi Whatsapp con l’istruttore – i miei genitori mi hanno però vietato di vederlo».
Un’altra ragazza, oggi maggiorenne, ha raccontato invece di come venivano umiliate, parlando di «scene delle quali io e le altre ci vergogniamo. Quei pensieri mi fanno male anche oggi».
L’istruttore, sposato e con figli, «denota una totale assenza di freni inibitori e un totale sprezzo delle regole di civile convivenza e di mancanza di rispetto per la vita altrui – scrive il pm –. Ha dimostrato di essere avvezzo all’uso della violenza e della prepotenza e di farvi ricorso con assoluta disinvoltura».
L’uomo, tra l’altro, usava registrare con una telecamera i rapporti sessuali, tanto che i carabinieri a casa sua hanno trovato immagini pedopornografiche con protagoniste le sue giovanissime allieve.
L’istruttore di karate di Brescia è stato arrestato e deve ora rispondere delle accuse di prostituzione minorile, violenza sessuale di gruppo e detenzione di materiale pedopornografico.
Pedofilia in palestra a Brescia, coinvolti i genitori di altri ragazzini
La vicenda è stata drammatica anche per le famiglie delle vittime. L’istruttore usava plagiare le ragazzine, ipnotizzarle, convincendole che fare sesso con lui, e con gli altri aguzzini, era cosa buona e giusta.
«Capivo che era sbagliato, mi stavo allontanando da tutto e da tutti, mentivo alla mia famiglia e mi sentivo sempre più in colpa», ha raccontato una delle giovani vittime ai carabinieri.
A volte riusciva a conquistare talmente la loro fiducia da farsi invitare a casa, entrando a contatto con i genitori. Come fosse un amico.
Questa la testimonianza di uno dei carabinieri che lo hanno arrestato: «Quando la mamma di una delle ragazze coinvolte in questa brutta storia ha capito che lui era finito in carcere si è messa a piangere: vere e proprie lacrime di liberazione. Per le famiglie delle giovani finite nella sua rete è come essere uscite da un incubo. L’uomo, del resto, dopo una perquisizione subita nei mesi scorsi aveva cominciato a parlare male della giovane che frequentava in quel momento così da far ricadere la colpa di quel che succedeva tra loro su di lei».
Sembra, intanto, che tra i complici delle violenze di gruppo nella palestra di karate a Brescia ci fossero alcuni genitori degli allievi dell’istruttore.
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