Pellet contraffatto o che non riscalda? Tutti i consigli della Guardia di Finanza per evitare di imbattersi in qualche truffa.
Sono numerosi i sequestri avvenuti negli ultimi mesi da nord a sud d’Italia che hanno interessato il settore del pellet. Nelle prossime righe i consigli che la Guardia di Finanza ha elargito per potersi difendere dalle truffe ed acquistare un buon prodotto, evitando così di acquistare un pellet contraffatto o che non scalda.
Sono ormai moltissimi gli italiani che hanno scelto di dotarsi nelle loro case di una stufa per il riscaldamento, e con la crisi energetica in corso che ha visto i costi dei riscaldamenti salire sempre di più c’è stata una vera e propria ondata di acquisti che ha interessato il pellet.
Il pellet è un combustibile ecologico che viene ricavato dal legno vergine ossia dal legno ancora non trattato. Questo legno molto spesso deriva da scarti di lavorazione mentre altre volte viene ricavato proprio dal tronco intero.
L’unica lavorazione che coinvolge questo prodotto è quella che gli permette di assumere la sua classica forma a cilindretto. Ed è, come abbiamo detto, un combustibile ecologico quindi si tratta di un prodotto che non inquina l’ambiente e al tempo stesso contrasta la diboscazione.
Negli ultimi mesi però con il caro bollette a cui stiamo assistendo e la crescente richiesta da parte dei consumatori, questo prodotto è diventato sempre più richiesto, ed ha portato i prezzi a salire in modo considerevole.
Questa situazione ha dato il via ad una serie di controlli più intensivi da parte della Guardia di Finanza che si è vista costretta ad eseguire diversi sequestri importanti lungo tutto il nostro Paese.
Il Colonello Agostino Brigante ha rilasciato, a FanPage, alcuni consigli importanti da seguire per non imbattersi in truffe o in un prodotto scadente.
Nel settore esistono diverse certificazioni europee che garantiscono la qualità del prodotto. I 5 marchi che rilasciano le certificazioni sono SGS, FSC, PEFC, DINPLUS, ENPLUS, e poi troviamo anche un ente italiano che si chiama Ente Certificato Italiano AIEL.
Quest’ultimo classifica il pellet su tre basi di qualità e le suddivide in classi A1, A2 e B andando a seguire la norma tecnica EN.ISO 17225. Il prodotto può essere certificato unicamente se tutti i componenti della filiera di produzione sono certificati, questi certificati garantiscono il rispetto degli standard di qualità.
È consigliabile leggere attentamente sulla confezione l’etichetta riportata in modo da conoscere la quantità di ceneri che deriveranno dalla combustione. Questo ci permette di garantirci che il quantitativo di ceneri creato dalla combustione del pellet rientra negli standard di sicurezza che sono previsti dalla caldaia o stufa.
Secondo quanto riportato da Fan Page nella sua intervista al Colonnello, negli ultimi due anni sono stati effettuati importanti sequestri all’interno del settore.
Questi sequestri sono dovuti a indicazioni mendaci che produttore e venditore hanno scelto di fornire all’acquirente sulla qualità del pellet che veniva acquistato ma anche sul potere calorico erogato o sul quantitativo di cenere che veniva prodotto.
C’è da ricordarsi che sulla confezione del pellet l’etichetta deve riportare questi dati, che vengono forniti dopo un’attenta analisi da parte di laboratori specializzati.
Sono stati rinvenuti anche alcuni casi in cui veniva utilizzato mendacemente il marchio di certificazione e questo portava ad un chiaro atto di contraffazione.
Il Colonello assicura che i controlli in questo settore di mercato non sono finiti e continueranno ad esserci.
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