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Piero Pelù sul palco del Concertone del Primo Maggio a Roma ha attaccato il premier Matteo Renzi. ”Il non eletto, ovvero il boy-scout di Licio Gelli, deve capire che in Italia c’è un grande nemico, una guerra interna, e si chiama disoccupazione, corruzione, voto di scambio, mafia, camorra, ‘ndrangheta. Fa elemosine da 80 euro: noi però abbiamo bisogno di lavoro“, sono state le parole del noto rocker fiorentino. Si è scatenata la polemica sui social, Twitter in primis, veicolo di numerosi commenti di alcuni esponenti democratici a cui le parole di Piero non sono andate giù. Pelù, appena tornato in camerino, dopo l’esibizione davanti a una piazza gremitissima (dal palco dicono, a fine serata, che ci sono un milione di persone) ha spiegato: “Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro. Stasera non ho detto nulla, ero posseduto dal ribelle che è dentro di me e comunque la cartina di tornasole è mia madre: mi ha chiamato e mi ha confermato ‘hai detto tutto bene!’“.
La polemica sugli 80 euro in busta paga
Pina Picierno, capolista per il Pd alle europee nella circoscrizione sud ha usato parole dure nei confronti dell’artista: “Probabilmente Pelù era impegnato in una registrazione di The voice e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese, forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di redistribuire a chi ha sempre pagato non sono un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del pd vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace – conclude – che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante grazie al suo talento. Ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese“.
C’è da dire che le parole della Picierno sui famigerati 80 euro agli italiani avevano scatenato a loro volta reazioni accese. Lei asseriva che con 80 euro si può acquistare il necessario a vivere per due settimane.
Le reazioni su Twitter
Gad Lerner: “Piero Pelù in concerto è libero di dire ciò che vuole ma definire Renzi “il boy scout di Licio Gelli” per me resta palesemente una fesseria“.
Francesco Nicodemo: “Da Fata Morgana alle scie chimiche ‘all’elemosina degli #80euro’. Il cerchio di Pelù si chiude, non c’è che dire“.
Marco Di Maio: “Se a dare la linea agli oppositori del Governo #Renzi è Piero #Pelu, vuol dire che @matteorenzi sta lavorando bene e può star tranquillo…“.
Pina Picierno: “Quando la buona politica va veloce succede che pure il rock diventa lento. Piero Pelù esci dai panni del rocker…“.
Giampiero Giulietti: “Quando un artista non vende più dischi ha bisogno di riconquistare la ribalta attaccando ed offendendo chi lavora per il Paese e prova a cambiare le cose. Che tristezza“.
I precedenti
Pelù, nel 2013 – consigliandogli di provvedere all’asfaltatura delle strade cittadine, piene di buche – aveva definito Renzi “il sindaco più latitante della storia“. L’attuale premier, e allora sindaco del capoluogo toscano, replicò direttamente con un Tweet: “ha fatto il consulente artistico al Comune di Firenze prima che arrivassi io, e abbiamo visto i risultati… L’Estate fiorentina ora funziona, prima non funzionava; lui prendeva i soldi, e chi c’è ora, Riccardo Ventrella, non prende soldi“.
Quando Pelù era direttore artistico di FI.ESTA
Voluto da Leonardo Domenici (l’allora sindaco di Firenze), Piero Pelù nel 2007 ricopriva il ruolo di direttore artistico di Fi.Esta, l’Estate fiorentina del 2007. “Pelù è stato individuato proprio per la sua preziosa esperienze maturata in campo musicale, per l’attenzione che da anni rivolge al mondo dei giovani, per il suo radicamento sul territorio cittadino e per la sua formazione culturale“, si legge nella delibera di allora. Ma l’incarico non venne rinnovato dal nuovo sindaco Matteo Renzi. L’opposizione in consiglio comunale denunciò che Pelù prendeva il doppio rispetto a quanto percepito dal precedente direttore artistico Mauro Pagani. Fi.Esta costò un milione di euro. Nel 2009, quando Renzi diventò sindaco, Riccardo Ventrella, che non percepiva stipendio, fu nominato direttore artistico. Molti in Rete ipotizzano che Pelù da allora ce l’abbia con il premier. Pelù, in un post su Facebook, al proposito, nel 2013, scriveva: “Firenze poteva diventare un laboratorio culturale, ma così non fu perchè i 250 mila euro che avevo ritagliato dal budget 2007 furono “puppati” da qualche squalo che non era abbastanza appagato dai sold-out delle sue serate. Per questo nell’ottobre 2007 me ne andai da FI.ESTA. Per 10 mesi di superlavoro certosino e un programma che fu per Firenze a livelli di capitale europea della cultura presi, alla fine del 2007, 60mila euro. Renzi si arrampica sugli specchi e tenta inutilmente di demolire la mia esperienza di FI.ESTA 2007 prendendo un palo clamoroso“.
Il nuovo affondo di Pelù
“Matteo Renzi è un bugiardo – scrive Pelù su Facebook – e mente in maniera spudorata sapendo di mentire nei miei confronti”. Nel mirino della rockstar c’è “la menzogna consumata che Pelù ce l’ha con Renzi perché non gli ha più fatto fare l’Estate Fiorentina“.
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