[didascalia fornitore=”ansa”]Foto Pixabay[/didascalia]
Da Pittsburgh, in Pennsylvania giunge la notizia della drammatica morte di una bambina di 17 mesi, avvelenata col fentanyl. Sotto accusa è finita la giovane madre di 23 anni, Jhenea Pratt, che è stata arrestata con l’accusa di omicidio. La piccola è morta poco dopo aver bevuto qualcosa da una tazza rosa: sembra che all’interno vi fosse finito il potente oppioide sintetico, noto per essere fino a cento volte più potente della morfina. Un farmaco che in una bambina così piccola può risultare facilmente fatale.
Dalle ricostruzioni della dinamica della vicenda effettuate dagli inquirenti, la mamma avrebbe dato la bevanda alla figlia, poi l’avrebbe messa a letto, quindi avrebbe iniziato a fumare erba. Soltanto un’ora dopo la donna si è accorta che la piccola non respirava più.
[twitter code=”https://twitter.com/FugitiveWatch/status/1033364261513383938″]
Immediata la chiamata al 911: i paramedici sopraggiunti nell’appartamento hanno subito trasportato la bambina al più vicino ospedale, ma non c’è stato nulla da fare, la piccola è morta. Dall’autopsia è emerso che la vittima ha iniziato a stare male subito dopo l’assunzione involontaria di una massiccia dose di fentanyl.
Dal canto suo la madre ha dichiarato agli inquirenti di non sapere assolutamente come quella sostanza possa essere finita nella tazza di sua figlia. Era convinta di averle offerto una normale bevanda. Anche il fidanzato, che nel giorno del decesso della piccola era stato per qualche ora in compagnia della bambina, ha negato di essere in possesso dell’oppioide.
Attualmente la donna è stata arrestata e dovrà rispondere del reato di omicidio, mentre per l’uomo non è stata formulata alcun accusa. L’udienza in tribunale è fissata per il prossimo 5 settembre.