Pensione 6 anni più tardi se ormai hai già compiuto questi anni: chi è penalizzato

Pensione 6 anni più tardi se rispetti questo requisito anagrafico: ecco chi sono coloro che vengono penalizzati.

pensione 6 anni più tardi
pensione 6 anni più tardi – Nanopress .it

Con la Manovra 2023 e con le nuove misure previdenziali introdotte dal Governo Meloni, ci sono determinati lavoratori che potranno accedere all’assegno previdenziale 6 anni più tardi. Con il nuovo simulatore aggiornato Pensami consente ai lavoratori di simulare i possibili scenari previdenziali. Per i lavoratori della generazione X, ovvero per coloro che sono nati tra il 1965 e gli anni Ottanta il calcolo della pensione è un vero e proprio mistero. Si parla di sei anni di ritardo, ma potrebbero essere anche più di sei anni rispetto agli attuali 67 anni previsti per accedere alla pensione di vecchiaia.

A peggiorare questo scenario è la carriera lavorativa precaria e il versamento contributivo flessibile. Il montante contributivo dei giovani della generazione X si sta sempre di più riducendo. Conseguentemente, anche i requisiti anagrafici e contributi saranno destinati a subire cambiamenti. In buona sostanza: meno soldi versati alle casse previdenziali INPS = meno soldi per l’assegno previdenziale per i lavoratori che sono nati dal 1965 agli anni ’80. Il computo degli assegni previdenziale sarà penalizzante e ciò mette in guardia gli stessi lavoratori dei possibili scenari previdenziali allarmanti.

Generazione X: quando andrà in pensione?

La generazione X – tutti coloro che sono nati dal 1965 agli anni Ottanta del XX secolo – è quella maggiormente interessata dalle riforme previdenziali messe in atto dai Governi nel corso degli anni Novanta e Duemila. Ad evidenziare i problemi storici dell’Italia e le previsioni sugli scenari futuri è un rapporto pubblicato dall’INPS. Il report procede a simulare la situazione previdenziale dei lavoratori che sono nati dall’anno 1965 agli anni ’80.

Per questi lavoratori il mercato occupazionale e le riforme previdenziali sono sempre più flessibili: lo stesso montante contributivo versato dalla generazione X alle casse dell’INPS si è sempre di più assottigliato. Inoltre, le carriere professionali sono sempre meno stabili. Secondo le previsioni previdenziali i lavoratori nati nel 1980 devono lavorare tre anni di più rispetto a quelli nati negli anni Sessanta.

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pensione nati dal 1965 al 1980 – Nanopress.it

Scenari previdenziali futuri e calo demografico

Ad assottigliare gli importi delle pensioni future della Generazione X è il calo demografico: con l’attuale trend nascite/decessi, l’INPS avrà un patrimonio netto negativo pari a poco più di 90 miliardi di euro nel 2029. Anno dopo anno si accumuleranno disavanzi di bilancio. Ciò non deve assolutamente allarmare i futuri pensionati dal momento che i trattamenti previdenziali INPS sono garantiti dallo Stato.

Anche se il disavanzo di bilancio avrà un impatto determinante sulle casse dello Stato italiano. Le stesse proposte del Governo hanno costi esosi per lo Stato e per la platea dei lavoratori. L’anticipo previdenziale a 63 anni comporterà un costo pari a oltre due miliardi di euro al 2030. Oltre alle misure di anticipo previdenziale, bisognerà tenere debitamente conto anche delle misure volte a favorire la decontribuzione. La finalità è quella di incentivare l’occupazione dei giovani e delle donne.

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pensione 6 anni più tardi – Nanopress.it

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