Pensione a 62 anni nel 2023, serve questo requisito: chi potrebbe accedere

Avete sentito parlare della pensione anticipata che potreste ricevere già a 62 anni? Se la questione vi importa e non poco continuate a leggere.

Pensione anticipata
Pensione anticipata – Nanopress.it

La pensione anticipata è sicuramente un tema che riguarda un po’ tutti, ma cosa sta decidendo il Governo a tal proposito? Quali requisiti bisogna avere per poterla ricevere? Per saperne di più continuate a leggere pure qui di seguito.

Pensione anticipata a 62 anni: cosa si sa a tal proposito?

Tra i piani del governo sembrerebbe esserci un ‘idea ben specifica: dare la possibilità di ricevere il proprio trattamento pensionistico già a 62 anni e con almeno 41 anni di contribuzione.

In questo modo si potrebbe evitare di tornare alle legge Fornero già dall’anno che verrà. Si parla di una riforma detta Quota 41 che mette sicuramente dei limiti se si parla di un fattore anagrafico.

Come stupirsene: mica tutti quelli che hanno accumulato 41 anni di contributi possono ricevere la pensione. Lo dice anche l’Inps, questo non sarebbe possibile a livello economico.

Ecco che possiamo dire che siamo quasi in presenza di una quota simile alla quota 102 che prevedeva la possibilità di ricevere la pensione a 64 anni con 38 anni di contributi. Una quota che non sembra aver dato chissà che risultati, poiché in pochi hanno potuto beneficiarne.

E anche questa non lascia ben sperare: basti pensare che per avere la pensione a 61 anni con questa quota, bisognerebbe aver iniziato a lavorare sin da giovanissimi. Si parla di minimo 20 anni di età. La stessa cosa vale se si parla di un’età di 62 anni: l’età minima di inizio lavoro sale a 21 anni e così via.

Fino a arrivare a 66 anni, avendo iniziato a lavorare a 25 anni. Per poi arrivare a 67 anni: età questa in cui sembrano bastare 20 anni di contribuzione per poter ricevere la propria pensione.

Una riforma che lascia perplessità

Quanto detto ci fa comprendere che tale riforma lascia delle perplessità sicuramente. Siamo quasi di fronte a una riforma senza senso, dal momento che in pochi potranno beneficiare delle pensione secondo queste modalità.

Come ha affermato Carlo Bonomi, il presidente di Confindustria, si stanno solo creando dei problemi in questo modo. Perché invece di far sì che ci sia più occupazione, si sta andando nella direzione opposta.

Proprio come è successo con Quota 102 o con Quota 100. E ciò si è evinto anche da alcuni dati che hanno confermato come le premesse di occupazione non siano state mantenute, anzi. Da quanto detto è ben intuibile il fatto che al vaglio c’è una riforma che non sembra promettere bene.

Se le premesse sono queste, come pensare il contrario?

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