Anche per il 2023, sarà possibile andare in pensione a 67 anni ma con dei nuovi requisiti. Vediamo quali sono.
Per andare in pensione a 67 anni è necessario aver versato almeno 20 anni di contributi ma c’è anche qualche novità.
Pensione: le nuove direttive
La pensione anticipata, a 67 anni di età, sarà possibile anche per il 2023 con alcuni requisiti. Il primo, fondamentale, è quello che prevede il versamento di 20 anni di contributi. Tuttavia, tali contributi saranno possibili soltanto se l’importo dell’assegno è più alto di 1,5 volte l’assegno sociale.
La formula dei contributi, infatti, riguarda coloro che vengono chiamati contributivi puri. Si tratta, ovvero, di quei lavoratori, che hanno iniziato a versare i propri contributi a partire dal 31 dicembre 1995. Proprio a loro, viene applicato il sistema del calcolo contributivo puro e non retributivo (detto anche misto).
Oltre questi due aspetti, età e contribuiti, per il 2023, l’INPS ha comunicato che ci sono anche altri requisiti da rispettare. Ciò potrebbe arrivare in virtù della tanto chiacchierata riforma delle pensioni, ancora non completamente messa in atto, ma fortemente voluta dal governo Meloni.
Altri requisiti da rispettare
I requisiti per l’accesso alla pensione sono stati messi in linea con l’incremento della speranza di vita. Tuttavia, non sono cambiati poiché la pensione di vecchiaia resta a 67 anni mentre la pensione anticipata è prevista con 42 anni e 10 mesi di contributi (mentre per le donne 41 anni e 10 mesi).
A precisarlo ci ha pensato una circolare dell’Inps che si basa sul decreto del ministero dell’Economia e di quello del Lavoro emesso lo scorso ottobre. In esso si riportava il dato Istat relativo alla speranza di vita arrivata a 65 anni. Su questo dato, ha inciso la pandemia che l’ha fatta ridurre, dal 2020, di tre mesi. E’ auspicabile che i requisiti per accedere alla pensione potrebbero cambiare a partire dal 1 gennaio 2025 ma soltanto per la pensione di vecchiaia. Bisognerebbe attendere il 2027, invece, per la pensione in anticipo.
Oggi, coloro che volessero andare in pensione a 67 anni, devono presentare un importo minimo di assegno. Quest’ultimo, dunque, non deve superare di 1,5 volte l’assegno sociale. Si tratta di un terzo requisito da tenere in considerazione per non perdere il diritto. La pensione di vecchiaia contributiva, dunque, non spetta automaticamente a tutti.
Un parametro che è stato fissato fino al 31 dicembre del 2024 e che, sostanzialmente prevede che l’importo della pensione maturato sia superiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Praticamente, l’assegno sociale fissato attualmente è pari a 468,28. 1,5 volte in più significa 702,42 mensili (almeno).
Per quest’anno e per il prossimo, la pensione anticipata sarà possibile, dunque, se si hanno 41 anni di contributi, senza considerare l’età. Se si sono compiuti 58 anni, invece, potrebbero essere necessari almeno 35 anni di contributi.
I lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno versato almeno un anno di contributi prima del compimento del 19esimo anno di età, per accedere alla pensione anticipata hanno il requisito dei 41 anni fino al 2026.