Pensione anticipata: al vaglio penalizzazioni e prestiti previdenziali

Senato   Voto di fiducia su dl Banche

In questi ultimi giorni la questione delle pensioni anticipate è finita sotto la lente di ingrandimento del Governo. Si parla di una riforma delle pensioni che contempli la flessibilità in uscita e sono diverse le proposte per realizzarla finite sotto esame.

Il progetto d’intervento a cui stanno lavorando i tecnici del Governo coordinati dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, sta via via prendendo forma.

Enrico Zanetti, viceministro all’economia ed alle finanze e segretario politico di Scelta Civica, è convinto che per poter introdurre la flessibilità sulle pensioni, senza per questo compromettere ulteriormente i conti pubblici, sia necessario fare ricorso al prestito previdenziale.

Zanetti ha infatti affermato: ‘Scaricare sul bilancio dello Stato miliardi di maggiori oneri per spesa pensionistica sarebbe irresponsabile. Non perché ci servono per fare austerità fine a se stessa, ma perché ci servono per continuare a lavorare sulla vera priorità del Paese: più investimenti e meno imposte su lavoratori e imprese’, come riportato da Reuters.

L’altra proposta dominante prevede invece l’uscita anticipata con penalizzazioni differenti, in base anche al numero di anni di anticipo con cui si intende abbandonare il mondo del lavoro. Si parla ovviamente di penalizzazioni ‘ragionevoli’, calibrate sul reddito: si andrebbe a limare una percentuale fissa per ogni anno di anticipo sul requisito normale, solo sulla parte retributiva dell’ammontare.

Ma sempre secondo il viceministro, la soluzione del prestito pensionistico non si discosta poi molto dalla flessibilità in uscita con penalizzazione. Tuttavia, se da un lato per il pensionato esiste una notevole differenza tra il subire delle penalizzazioni e il dover restituire un prestito, per i politici il prestito pensionistico è invece molto più conveniente, poiché dà loro modo di continuare a stanziare le risorse economiche dove maggiormente servono, ovvero lavoro e imprese.

La riforma previdenziale verrà resa ufficiale in autunno con la legge di Bilancio, nel frattempo non ci resta che seguirne le evoluzioni.

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