La pensione di reversibilità – o pensione ai superstiti – è una prestazione previdenziale che spetta ad alcuni familiari in occasione della morte di un pensionato o lavoratore assicurato.
Tutti conoscono il caso della pensione di reversibilità, ovvero della prestazione che spetta ai superstiti se il defunto era un soggetto titolare di pensione di vecchiaia, anticipata, di inabilità, di anzianità, ma non di assegno ordinario di invalidità perché si tratta di una prestazione non reversibile.
Quella della pensione di reversibilità non è l’unica prestazione erogabile dall’Inps in caso di morte. Si può chiedere anche la pensione indiretta se chi è deceduto non era ancora titolare di pensione ma un semplice lavoratore con almeno 15 anni di contributi – o almeno 5 anni di contributi (di cui tre negli ultimi cinque).
Se non si rientra nei casi precedenti si può chiedere comunque l’indennità di morte, una somma erogata sulla base dei contributi versati dall’assicurato.
Le prestazioni previste dal paragrafo precedente possono essere erogate al coniuge superstite, anche se separato o divorziato, a condizione di essere titolare di assegno divorzile e se non si è risposato, i figli – fino ai 26 anni se iscritti all’Università, o indipendentemente dall’età se inabili al lavoro e a carico del genitore defunto -, i nipoti – valgono gli stessi criteri usati per i figli -, i genitori, i fratelli e le sorelle – se a carico del soggetto deceduto e non titolari di pensione (e se non ci sono coniuge, figli e nipoti a cui erogare la pensione di reversibilità).
Chi richiede la pensione di reversibilità – ad eccezione del coniuge e dei figli minori – deve dimostrare di essere stato a carico del soggetto defunto prima della sua morte.
La pensione di reversibilità viene erogata in percentuale da calcolare sull’assegno erogato al soggetto deceduto. Al coniuge senza figli spetta il 60% della pensione erogata al defunto – e diventa il 100% se il coniuge due o più figli. A un genitore o un fratello/sorella spetta invece il 15% della pensione del soggetto deceduto. La percentuale da erogare dipende anche dal reddito del coniuge superstite. Se il vedovo, ad esempio, ha un reddito superiore ai 33.000 euro, avrà diritto al 30% della pensione effettivamente maturata dal defunto. Il vedovo, qualora contragga nuovo matrimonio, perderà diritto alla pensione di reversibilità.
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