È possibile andare in pensione in anticipo nel 2023 e 2024? Le novità INPS sono moltissime e dedicate a questi soggetti in particolare.
La pensione è sicuramente uno dei temi particolari e argomentati di tutti questi anni. Il Governo Meloni è a lavoro per mettere in piedi la riforma delle pensioni, con un occhio verso il futuro e la risposta a tutte le necessità dei cittadini. Tra i vari argomenti, non manca il voler trovare una soluzione per la pensione in anticipo, con strumenti di varia natura per il 2023 e il 2024. A tal proposito ci sono delle interessanti novità INPS che possono dare finalmente una risposta ai mille quesiti dei pensionati. Facciamo chiarezza?
Come accennato, il Governo Meloni è costantemente a lavoro per cercare di mettere sul tavolo strumenti diversi sul tema pensioni. In attesa che la riforma ufficiale venga concretizzata, non prima del 2024, lo scenario attuale non è ben definito.
Chi richiede la pensione in anticipo, cosa può fare per lasciare il lavoro? Ci sono opzioni di varia natura al momento, ma non è detto che siano convenienti per i lavoratori o comunque indicate per tutti.
La legge italiana al momento evidenzia che la pensione di vecchiaia si ottiene arrivando ai 67 anni di età, con 20 anni di contributi. Le pensioni anticipate sono un argomento differente, con fattori messi in rilievo che si occupano non solo dei contributi versati ma anche di quanto è stato determinato dalle normative.
In un caso particolare, ci sono anche delle invalidità specifiche che consentono di poter lasciare prima il lavoro.
Se si ha questo requisito in particolare, la pensione è prevista ai 56 anni di età per le donne mentre gli uomini dovranno attendere sino ai 61 anni. Una pensione vantaggiosa sotto ogni punto di vista, con 20 anni di contributi versati e una invalidità che supera l’80% (certificata INPS).
Restando in tema, per le donne invalide dal 75% con due figlie come minimo, oppure le caregivers si potrà andare in pensione a 58 anni. L’età sale se si ha un solo figlio a 59 anni, oppure 60 anni se la persona non ha figli.
I contributi richiesti sono al pari di 35 anni di lavoro, mentre i lavoratori potranno richiedere la quota 103 con 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età.
I soggetti con 63 anni compiuti possono richiedere la pensione anticipata se invalidi, disoccupati oppure caregivers. Stesso discorso per chi ha fatto un lavoro gravoso e faticoso.
Inoltre, se l’inizio della propria carriera è stata dopo il 1995, la categoria è quella dei contributivi puri lasciando il lavoro all’età di 64 anni con 20 anni di contributi versati. In tutti questi casi l’assegno non sarà totale sino a quando non subentrerà la pensione classica di vecchiaia.
Tutto questo vuol dire che ci sono tantissime opzioni per uscire prima dal lavoro, ognuna delle quali con caratteristiche differenti.
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