A causa di alcuni controlli in corso, ci potranno essere dei tagli, ma non solo: anche un aumento sulla pensione.
I controlli sulle pensioni hanno lo scopo di accertare chi ne ha davvero diritto e chi no, anche se si trova all’estero. Ecco a chi spetta l’aumento sulla pensione.
L’Inps ha avviato nuovi controlli per verificare se i pensionati che vivono all’estero sono ancora in vita. Citibank NA, l’istituto di credito che gestisce i pagamenti per conto dell’INPS anche fuori Italia, effettuerà le verifiche.
Se non viene riscontrata alcuna corrispondenza, il pagamento della pensione potrebbe essere interrotto. I pensionati che vivono all’estero dovranno seguire una procedura precisa per evitare la sospensione del pagamento.
Chi potrebbe rischiare sono quei pensionati che non saranno in grado di fornire il modulo di attestazione dell’esistenza in vita. Per scongiurare la sospensione dei pagamenti sin dal mese di settembre 2023 o dal marzo del prossimo anno, in base al blocco d’appartenenza, i pensionati dovranno ritirare i propri soldi come data ultima il 19 agosto 2023 oppure il 19 febbraio dell’anno successivo.
Tuttavia, se chi percepisce la pensione dovesse risiedere in Italia, non potrà utilizzare il servizio di Western Union per localizzare la pensione. Inoltre, se il paese di residenza non dispone del servizio Western Union o se l’importo della pensione è superiore a 6.300 euro, non sarà possibile utilizzare questo servizio.
Le persone che hanno già pagato almeno una rata cash presso una banca Western Union entro la scadenza di restituzione dell’attestazione non procederanno alla restituzione del modulo.
Questa stessa disposizione vale anche per i titolari di pensioni che scambiano informazioni mensili con istituzioni previdenziali in Germania, Svizzera, Polonia e Francia (Cnav); chi percepisce la pensione e risiede in Belgio che, al momento, riceve una pensione simile all’SFPD.
Infine, si tratta anche di chi ha visto sospendersi i pagamenti ad opera di Citibank. Quest’ultima questione riguarda l’assenza di campagne di verifica condotte prima della conferma dell’esistenza del beneficiario o del pagamento delle rate successive della pensione.
Sin dal mese di gennaio 2023, chi percepisce una pensione fino a 2.101,52 euro al mese lordi, cioè pari a 4 volte le pensioni minime che sono di 525,38 euro, percepirà un aumento del 7,3 per cento.
Provvisoriamente, il tasso stabilito nel novembre scorso. Chi, invece, percepisce una pensione superiore a questa soglia la rivalutazione non riguarda il totale. Essa, infatti, viene stabilita sulla base di percentuali decrescenti, poi rifinite all’ultimo minuto.
Per questo motivo, dovranno essere rifatti i vari conteggi. Anche per chi ha assegni più alti arriveranno gli aumenti comprensivi della rivalutazione.
Ad esempio, chi percepirà un aumento mensile, in virtù della rivalutazione, pari a 153 euro, in un solo anno, percepirà un aumento di 1800 euro.
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