Per le pensioni 2016 non sono previsti aumenti. L’inflazione a zero ferma gli aumenti delle pensioni, che dal 2016 non verranno rivalutate, tranne che per coloro che ricevono un assegno tre volte superiori al minimo, perché questi trattamenti sono stati bloccati dalla Consulta. La crescita dei prezzi è sotto lo zero (a settembre), l’ultima volta che l’indice dei prezzi al consumo ha avuto una variazione con il segno meno, ricorda Luca Cifoni sul Messaggero, è stata nel 1959. Così la maggior parte dei trattamenti previdenziali resterà ferma al valore nominale del 2015. Ma attenzione, perché a gennaio qualcuno avrà comunque delle sorprese. Vediamole.
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Nello specifico, la rata di gennaio delle pensioni degli italiani risulterà più bassa di qualche euro rispetto a quella di dicembre. Questo perché insieme alla rivalutazione provvisoria (nulla) per il 2016 verrà applicata anche la rivalutazione definitiva per il 2015, e purtroppo questo sarà un passaggio a svantaggio dei pensionati: a inizio anno infatti era stato riconosciuto un adeguamento al costo della vita pari allo 0,3 per cento, totale per gli assegni più bassi e parziale in base a percentuali decrescenti per gli altri. L’andamento effettivo dei prezzi è però risultato ancora più freddo del previsto e il tasso definitivo è stato fissato nello 0,2 per cento. Se non ci saranno disposizioni diverse dal Ministero, la quota in più sarà trattenuta nei pagamenti di gennaio e febbraio. Per fare un rapido esempio, a una pensione da circa mille euro sarà prelevata la cifra di 13 euro. A questo nuovo standard fanno eccezione soltanto gli assegni superiori a tre volte il minimo, ovvero quelli da 1.500 euro al mese. Questi pensionati beneficeranno della sentenza della Corte costituzionale che aveva corretto una stortura del decreto ”Salva Italia”. L’allora premier Mario Monti aveva, infatti, fatto cancellare la rivalutazione delle pensioni per gli anni 2012-2013. Quei pensionati riceveranno parte di questa rivalutazione nel 2016.