Ecco quali sono le novità dell’ultimo minuto relative alle pensioni 2023, cambiano gli importi per alcune categorie di soggetti.
Facciamo il punto della situazione sulle cifre rivalutate delle pensioni del 2023 che potrebbero variare all’ultimo momento. Potrebbero esserci dei seri ritardi nell’erogazione delle pensioni di gennaio e potrebbero addirittura essere rivalutati in negativo gli importi.
Quali sono le rivalutazioni previste
Il 2023 porterà con sé tutta una serie di novità, a cominciare dalla nuova legge di bilancio che andrà a riformare anche le cifre pensionistiche. L’inflazione crescente ha portato i politici a voler rivalutare le pensioni di vari punti percentuali.
In particolare, dovrebbero venire rivalutate dell’8,8% le pensioni minime e del 7,3% le pensioni con ammontare fino a 2100 euro lordi. Si tratta di un grande aumento, che dovrebbe già entrare in vigore entro il ritiro della prima pensione del mese di gennaio del 2023.
Succede, però, che la nuova manovra ha presentato degli emendamenti che verranno firmati soltanto entro il 31 di dicembre di quest’anno. La scelta di questa data, prossima al 2023, potrebbe causare dei ritardi nella legiferazione e nella successiva erogazione delle pensioni.
Si prevede, infatti, che l’INPS non riuscirà a erogare a tutti i cittadini la pensione a partire dal 3 di gennaio, data eccezionale nella quale era prevista. E’ probabile, infatti, che vi saranno dei conguagli nel mese di febbraio.
Ma non è tutto, perché potrebbero addirittura cambiare gli importi delle rivalutazioni. Ecco che di seguito vi spieghiamo per quale ragione.
Perché potrebbero cambiare gli importi delle pensioni 2023
In questi giorni, i pensionati non hanno potuto fare a meno di gioire una volta che hanno letto il nuovo ammontare delle rivalutazioni pensionistiche. La crisi dovuta alla ripresa economica dopo la pandemia e alla guerra tra Russia e Ucraina non ha fatto altro che causare un aumento di prezzi spropositato.
Ormai sempre meno famiglie italiane riescono ad arrivare alla fine del mese. E’ aumentato il costo praticamente di tutto, sia dei beni di prima necessità come i generi alimentari o i prodotti per la cura della persona e della casa che del carburante per le automobili.
Era inevitabile, quindi, che le pensioni subissero delle maggiorazioni previste per il 2023. Ma le percentuali che vi abbiamo appena comunicato, quelle dell’8,8 e del 7,3, potrebbero cambiare all’ultimo minuto, visto che la manovra è stata depositata ma non ancora firmata.
La data di firma è prevista tra il 29 e il 31, ma chissà se subirà dei ritardi. Inoltre, da oggi al giorno della firma si potrebbero modificare alcuni emendamenti, tra cui quelli delle pensioni, che potrebbero o rivalutare le cifre in positivo o addirittura in negativo.
Ciò potrebbe comportare, inoltre, ulteriori ritardi nell’erogazione della pensione del mese di gennaio del 2023. Ma per chi potrebbero cambiare queste cifre? Al momento non si sa.
Il Governo potrebbe decidere di intervenire soltanto sui percettori di pensione minima, come soltanto su coloro che percepiscono una pensione fino a 2100 euro lordi; potrebbe anche scegliere di diminuire gli importi di entrambe. Ma una cosa è certa, nel caso in cui dovesse scegliere di mantenere una percentuale, lo Stato sceglierebbe di tutelare i cittadini meno abbienti.