Pensioni: al vaglio diverse ipotesi al fine di non ritornare alla Legge Fornero. Tra queste Quota 41. Ecco i dettagli.
Al fine di evitare di fare un passo indietro e tornare alla riforma Fornero, per le pensioni si è ipotizzata Quota 41. Questo tipo di misura potrebbe essere presa in considerazione per risolvere l’annosa questione che riguarda milioni di italiani.
Sono al vaglio diverse alternative per quel che riguarda il superamento della legge Fornero. Tra queste, c’è Quota 41 con una soglia di età minima che potrebbe essere simile a quelle proposte con Quota 101 e 102.
Pare non sia fattibile, invece, l’Opzione Uomo, ossia andare in pensione una volta compiuto il 58esimo anno di età solo con sistema contributivo e con decurtazione dell’assegno.
Una opzione per la quale si dovrebbero stanziare circa 5 miliardi di euro l’anno, per come è stata, fino a questo momento, concepita. Il tutto dipenderà dalla soglia che sarà impostata e dal calcolo che, poi, sarà effettuato dall’INPS.
Bisogna considerare che Quota 101 e 102 hanno impostato soglie di età a 60 e 61 anni, ergo la soglia per Quota 41 dovrebbe essere diversa altrimenti si rischia di riproporre le stesse con la nuova opzione al vaglio.
In sostanza, se non si apportano interventi per le pensioni, si rischia di ritornare alla legge Fornero nel 2023. E, visto che Opzione Uomo – misura al maschile di Opzione Donna – non convince, bisogna, in qualche modo, cercare una soluzione in merito.
A storcere il naso su Opzione Uomo è Maurizio Landini della CGIL. Il segretario della sigla sindacale afferma che non è una strada percorribile quella che vede il pensionamento degli uomini a 58 anni con una riduzione dell’assegno percepito. Per Landini, infatti, bisogna “affrontare la complessità del sistema pensionistico“.
Pasquale Tridico, presidente dell’INPS, crede che ta le misura potrebbe essere un’opzione da tenere in considerazione anche se bisogna anche considerare le possibilità real che ci sono al fine di attuarla.
Per quel che concerne Opzione Donna, invece, circa il 25% delle donne hanno richiesto di andare in pensione con queste modalità, anche se pare che per gli uomini la percentuale potrebbe risultare più bassa di quella femminile.
In sostanza, se si decide di andare in pensione a 58 anni, si ottiene un assegno pensionistico del 30%, cosa che non accade, invece, se si va in pensione con 42 anni di contributi e quindi sette anni dopo, ossia a 65 anni. E non tutti sono disposti a perdere una importante fetta di pensione, soprattutto alla luce degli aumenti degli ultimi tempi.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…