Dalle prime informazioni trapelate sul futuro delle pensioni in Italia sembra proprio che il governo stia concentrando le sue energie sulle modifiche a Opzione Donna. Da quanto è emerso sembra che verrà ampliata la platea delle possibili beneficiarie, includendo altre tre categorie di lavoratrici e eliminando il paletto dei figli. Si potrà accedere a Opzione Donna anche se non si hanno figli.
Per il momento ancora nulla su Quota 41 si va sempre di più verso una proroga di Quota 103. Alcune modifiche sono previste anche per Ape sociale con un possibile ampliamento della platea anche sull’accesso a questa misura. Al momento però non si hanno ancora informazioni più precise. Il governo Meloni sta lavorando per trovare le coperture necessarie per i cambiamenti previsti.
Si va verso un ampliamento della platea di donne che accederanno a Opzione Donna
Oltre a lavorare alla Manovra che avrà un valore di circa 25 miliardi, il governo sta lavorando anche sulle pensioni.
Dalle ultime notizie apprese non ci sarà la Quota 41 ma ci sarà una proroga di Quota 103. Al vaglio dell’esecutivo c’è anche la possibilità che venga estesa Ape sociale.
Inoltre verrà estesa anche Opzione Donna fino a 58 anni per altre tre categorie di lavoratrici, anche se non hanno figli.
Fino ad oggi a poter beneficiare di Opzione Donna sono donne invalide almeno al 74%, caregiver e donne che sono state licenziate o che si trovano a lavorare come dipendenti in aziende che però risultano in crisi.
Questa misura è stata introdotta con l’art.1 della Legge n. 243/2004 conosciuta anche con il nome di Legge Maroni.
Questo decreto legge stabilì che tra il 2008 e il 2015 si sarebbe attivato Opzione Donna in via sperimentale. Con questa misura le donne rientranti nelle categorie indicate potevano accedere al pensionamento di anzianità avendo la possibilità di scegliere il calcolo contributivo.
In questo modo avrebbero ottenuto la liquidazione di tutto il trattamento pensionistico rinunciando ad un eventuale calcolo, futuro, di una quota di pensione che sfruttava il sistema retributivo.
Questo era possibile per le anzianità fino al 31.12.1995. Da quanto si può leggere sul sito dell’Inps tra i presupposti per potere accedere a Opzione Donna c’era la necessità di aver maturato almeno 35 anni di contributi con qualsiasi titolo, e quindi sia obbligatoria, volontaria, figurativa, da ricongiunzione e/o da riscatto.
Le donne dovevano aver compiuto 57 anni se erano donne dipendenti invece le libere professioniste o lavoratrici autonome avrebbero dovuto raggiungere i 58 anni di età.
I cambiamenti nel 2023
Con la legge di Bilancio del 2023 è stata rinnovata e prorogata Opzione Donna ma con delle caratteristiche un po’ differenti.
Infatti per poter accedere a questa opzione era necessario aver compiuto 60 anni di età, se invece si hanno figli, ne basta anche uno soltanto, si può accedere a Opzione donna già a 58/59 anni.
Secondo alcuni giuristi però non erano dei requisiti accettabili e alcuni di loro hanno avanzato il dubbio che ci fossero problemi di incostituzionalità.
L’esecutivo avrebbe perciò deciso di ampliare la misura rendendola più disponibile ad altre lavoratrici. Tre le categorie ulteriori che potranno aderire a Opzione donna.
Verrà inoltre eliminato il criterio di “dover avere dei figli”, si potrà accedere anche senza averne. Il governo Meloni sta studiando il modo più efficace e rapido per trovare le coperture necessarie.