Dopo il nuovo incontro tra governo e sindacati sui decreti attuativi della Riforma delle pensioni, si va verso la definizione dei criteri di presentazione delle domande per ottenere le pensioni Ape sociale e per i lavoratori precoci. Come riportato nella nota dell’esecutivo, il via all’anticipo pensionistico è stato confermato per il primo maggio 2017. Ma la finestra per poter presentare le domande di pensioni anticipate sarà di soli due mesi, da maggio a fine giugno. Il periodo è quindi piuttosto ristretto e non è valso a nulla il tam tam dei sindacati, che pure avevano chiesto la possibilità di presentare le domande di Ape social almeno in un’altra finestra, nella seconda parte dell’anno in corso. Per le pensioni del 2018 si potranno presentare le domande entro la fine di marzo.
APE SOCIAL: DOMANDE DA PRESENTARE ENTRO 60 GIORNI
Sono stretti i tempi per i lavoratori che vogliono andare in pensione con l’APE Social o che sono annoverati tra i cosiddetti lavoratori precoci. Infatti la ”finestra” entro la quale deve pervenire la presentazione della domanda di pensione anticipata è piuttosto ristretta, va dal 1° maggio al 30 giugno 2017. Una scelta che i sindacati stanno valutando non senza mal di pancia, dal momento che, in questo modo, una buona fetta di persone, quelle che maturano i requisiti nella seconda parte dell’anno, resta fuori dalla possibilità di accedere alla pensione anticipata. Il punto è che il governo teme una valanga di richieste, e sa bene che non ha disponibili tutti i fondi che invece sono necessari. Sono infatti circa 35.000 i lavoratori che potrebbero fare richiesta di pensione anticipata.
CHI PUO’ RICHIEDERE L’APE SOCIAL?
Ricordiamo che l’Ape Social è gratuita per il lavoratore, ossia l’anticipo pensionistico viene pagato interamente dallo Stato, ma a certe condizioni. Infatti la misura di sostegno è prevista soltanto per soggetti in condizioni di disagio, ed è attiva (al momento, dato che è sperimentale) dal prossimo primo maggio fino al 31 dicembre 2018. L’assegno dell’Ape Social, pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione e per un massimo di 1.500 euro al mese, verrà corrisposto per 12 mesi l’anno e non è soggetto a rivalutazione.
Chi può fare domanda per l’Ape social?
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Le categorie di lavoratori che potranno chiedere l’Ape sociale sono anche gli operai dell’edilizia, i conduttori di gru, di mezzi pesanti e convogli ferroviari, insegnanti di scuola dell’infanzia, infermieri organizzati in turni. I decreti attuativi non sono ancora pronti e i sindacati chiedono criteri meno restrittivi sia sulla data limite per le domande sia sulla continuità dei contributi versati per l’Ape per i lavori gravosi. La richiesta è di neutralizzare gli eventuali periodi di disoccupazione tra un lavoro e un altro in specifici casi, ad esempio per i lavoratori del settore edile.
PENSIONI FASE 2 DAL 23 MARZO
Ma i tempi si stanno dilatando, denunciano i sindacati. In sostanza, dopo aver raggiunto un accordo tra le parti sulle regole operative per l’Ape volontaria e aziendale, l’Ape social e i nuovi requisiti per l’anticipo pensionistico dei lavoratori precoci, un ulteriore via libera deve arrivare dal ministero dell’Economia, per poi passare al vaglio del Consiglio di Stato e della Corte dei conti, prima di diventare effettivi. Tutto è ancora in fase discussione, e in effetti in calendario c’è già un nuovo appuntamento per il 23 marzo. All’ordine del giorno c’è la governance Inps e la ‘fase 2’ delle pensioni, dove si parlerà dell’ipotesi di una pensione contributiva di garanzia per fasce di reddito e anni di contribuzione, ma prima bisognerebbe ragionare di taglio del cuneo agendo sui contributi previdenziali.
PENSIONI: LA PAROLA AI SINDACATI
“Sui decreti attuativi per l’Ape le risposte sono state su molti punti del tutto insufficienti. Bisogna approvare presto i decreti, su cui esprimeremo un giudizio compiuto. Abbiamo espresso delle perplessità in particolare sulle procedure che si intendono adottare: la fissazione di una data rigida entro cui presentare le domande, il criterio dei sei anni di lavoro continuativo nelle attività gravose, che rischia di escludere interi settori come l’edilizia, l’impossibilità, per i lavoratori disoccupati per scadenza del contratto a termine, di rientrare fra i lavoratori precoci o nell’Ape sociale”, ha concluso.
“Il Governo deve assolutamente accelerare la definizione dei decreti attuativi del pacchetto previdenza contenuto nell’ultima legge di bilancio per evitare ulteriori ritardi” ha affermato il segretario confederale della Uil.
“Con un lavoro paziente il tavolo ha definito le procedure per l’accesso all’Ape agevolata e all’Ape volontaria, ma il Governo con i decreti attuativi deve sciogliere le riserve su una serie di questioni da noi poste sui benefici per i lavori precoci e sui requisiti di accesso all’Ape agevolata per i lavoratori che svolgono attività gravose. Auspichiamo che queste risposte arrivino tempestivamente e prima dell’avvio del confronto sulla “fase due”.
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