L’Ape volontaria è entrata in vigore dopo il decreto attuativo firmato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Abbiamo già visto in altri articoli sulle pensioni anticipate il meccanismo dell’ape social ma ora ci concentriamo su quello dell’ape volontaria. E’ una sorta di prestito bancario (precisamente parliamo di anticipo finanziario a garanzia pensionistica) che, una volta raggiunti i requisiti per l’ottenimento della pensione di vecchiaia, il pensionato comincerà mese per mese a ripagare, tramite trattenute alla fonte sulla sua pensione operate direttamente dall’INPS. Il meccanismo è garantito da un’assicurazione contro il rischio premorienza che permette agli eredi di non dovere pagare nulla e di non vedere decurtato l’assegno di reversibilità. Ma come si fa la domanda per ottenere di andare in pensione a 63 anni con l’ape volontaria?
Anche l’anticipo pensionistico su base volontaria entra nella sua fase operativa. Vediamo allora come funziona l’ape volontaria, chi può farne domanda, quali sono i requisiti e le modalità per ottenerla.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/economia/2017/10/18/pensioni-oggi-i-decreti-dell-ape-volontaria-in-gazzetta-ufficiale/188323/” testo=”I dettagli dei decreti attuativi dell’Ape Social”]
APE VOLONTARIA, COS’E’
Insieme all’ape social, l’ape volontaria è una delle opportunità di andare in pensione anticipata presente nella riforma delle pensioni 2017/2018. Si tratta di un anticipo finanziario a garanzia pensionistica, commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, che viene erogato in 12 mensilità per un minimo di sei mesi e fino alla maturazione della pensione vera e propria.
Di fatto si tratta di una sorta di prestito ai lavoratori che vogliono lasciare in anticipo il posto di lavoro e andare in pensione prima del tempo previsto. Consente dunque al lavoratore di ricevere un assegno mensile, alternativo o complementare allo stipendio, come anticipo prima della pensione.
COME FUNZIONA L’APE VOLONTARIA
Coloro che vorranno fare domanda di ape volontaria dovranno chiedere all’INPS una certificazione che riguarda il possesso dei requisiti necessari. Dopo che la richiesta è stata accolta, i soggetti finanziatori e le imprese assicurative scelti tra quelli che aderiscono agli accordi quadro erogano il prestito a coloro che hanno fatto domanda. La somma erogata al lavoratore deve poi essere restituita in 260 rate ventennali, con una trattenuta sulla pensione, 13sima inclusa.
REQUISITI PER RICHIEDERE L’APE VOLONTARIA
Chi può richiedere l’Ape Volontaria? E quali sono i requisiti che bisogna soddisfare? Per ottenere l’Ape volontaria bisogna:
– essere lavoratori dipendenti pubblici e privati, oppure autonomi e iscritti alla Gestione Separata;
– avere il requisito anagrafico, ossia almeno 63 anni di età
– avere versato 20 anni di contributi;
– maturare il diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi;
– avere un importo della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’assicurazione generale obbligatoria (AGO) (cioè 702,65 euro al mese per il 2017);
– non essere già titolare di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità.
ECCEZIONI: Al contrario dell’ape social, con l’ape volontaria si può continuare a lavorare fino al raggiungimento della pensione, mentre restano sempre esclusi dal beneficio i liberi professionisti che sono iscritti alle casse professionali.
PENSIONE ANTICIPATA: COME FARE DOMANDA DI APE VOLONTARIA ALL’INPS
Per l’accesso al prestito pensionistico il lavoratore deve chiedere e ricevere il certificato dall’Inps che attesta l’idoneità dei requisiti per avere diritto all’APE. L’INPS avrà 60 giorni dalla richiesta per emettere la certificazione contenente l’importo minimo e l’importo massimo dell’APE ottenibile (in media sarà tra il 75% ed il 90% della pensione netta a seconda degli anni di anticipo richiesti). La domanda di certificazione potrà essere effettuata esclusivamente online (con il codice pin personale) oppure rivolgendosi ai patronati o altri intermediari abilitati.
Una volta ottenuta la risposta dall’INPS, al lavoratore spetta un altro passaggio: la domanda (vera e propria) per accedere all’APE e la domanda per la pensione di vecchiaia. Nella domanda il richiedente indicherà sia l’istituto bancario che erogherà il prestito sia l’impresa assicurativa alla quale richiedere la copertura del rischio di premorienza. Entrambe le domande non saranno revocabili, una volta perfezionato il contratto di prestito.
[npleggi id=”https://www.nanopress.it/economia/2017/11/17/pensioni-ape-volontaria-al-via-siglati-accordi-con-banche-e-assicurazioni/191377/” testo=”Gli accordi tra governo, banche e assicurazioni per l’Ape volontaria”]
In caso di concessione del prestito (la banca potrebbe anche non concederlo, ad esempio se il lavoratore è un ‘cattivo pagatore’), il richiedente avrà 14 giorni per esercitare il diritto di recesso. Oltre questa data si considera il contratto come valido a tutti gli effetti ed il prestito decorrerà entro i 30 giorni lavorativi successivi. Il lavoratore percepirà la somma finanziata attraverso quote mensili per dodici mesi all’anno, somme che non costituiranno reddito ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, sino al raggiungimento dell’età per la pensione di vecchiaia. Raggiunto il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia, l’Inps tratterrà mensilmente l’importo della rata per il rimborso del finanziamento per un massimo di venti anni.
L’Ape volontaria conviene?
Come sappiamo, l’Ape volontaria non è un anticipo di pensione vero e proprio, ma un prestito bancario oneroso per i lavoratori, che dovrà essere restituito per intero con tanto di costi per interessi e garanzie assicurative. Qui abbiamo seguito alcune simulazioni circa il costo delle rate.