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Lo scorso giugno i giornali annunciavano l’arrivo di importanti novità sul tema delle pensioni d’oro con un’operazione ‘a sorpresa’ del nuovo esecutivo che dovrebbe interessare dai 30mila ai 100mila pensionati. L’idea spinta da Luigi Di Maio prevede il ricalcolo con il sistema contributivo della quota dell’assegno che supera i 4 mila euro netti. Una sforbiciata sulle pensioni più alte incassate da una parte di italiani, i quali potrebbero subire una penalizzazione sull’importo della pensione con un risparmio per le casse dello Stato fino a 600 milioni di euro. Niente è più lontano dalla realtà: di un eventuale disegno di legge per tagliare le pensioni più alte non ci sono più tracce. Il motivo? L’ha spiegato il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Nonostante la proposta venga citata nel contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, e nonostante la volontà di dare un taglio netto alle pensioni d’oro sia stata anche già confermata dallo stesso neo-presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal vicepremier Luigi DI Maio, il percorso di una eventuale riforma in tal senso non è avanzato di un centimetro. Un po’ perché alla Lega di Salvini non interessa l’argomento, un po’ perché il Parlamento è stato impegnato in priorità come il decreto dignità e il Milleproroghe. Ma anche perché il ministro Tria ha chiarito alcuni punti spiegando come sia incauto parlare di tali argomenti prima dell’autunno.
‘Le cosiddette pensioni d’oro sono un altro esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili, nella parte non coperta dai contributi versati’, aveva dichiarato Conte. E Luigi Di Maio aveva sottolineato: ”Vogliamo finalmente abolire le pensioni d’oro che per legge avranno un tetto di 4/5 mila euro; quest’estate, per i nababbi a carico dello Stato, sarà diversa”. Di diverso c’è però ben poco e il freno su eventuali provvedimenti è arrivato proprio dal ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Tria ha concluso che di pensioni si dovrà parlare con la Legge di Bilancio, che sarà presentata dopo l’estate. E’ quindi inutile fare proclami e annunci adesso che non si hanno nemmeno i conti chiari, Tria non ha quindi accennato a nulla sulle pensioni, né per quanto riguarda un eventuale taglio sugli assegni sopra i 4 mila euro o 5 mila euro, come chiesto dai cinquestelle, né per la cosiddetta quota 100, cioè la possibilità di lasciare il lavoro quando a far 100 è la somma tra età anagrafica e anni di contributi versati, come chiesto dalla Lega.
Insomma, per le pensioni degli italiani i nostri parlamentari ci penseranno in autunno, dopo le ferie estive.