La bollente questione delle pensioni di reversibilità torna nuovamente sotto la lente di ingrandimento. Già lo scorso febbraio, i sindacati avevano lanciato l’allarme, quando alla Camera, in Commissione Lavoro, era giunto il disegno di legge delega sulla povertà, che prevedeva la riorganizzazione di diverse prestazioni legate al reddito e quindi anche della pensione di reversibilità. Al tempo, il Governo aveva assicurato che le pensioni già in essere non sarebbero state materia di intervento, oggi invece, si presenta in concreto l’ipotesi di un giro di vite.
Questa volta, a denunciare la situazione è il presidente della commissione lavoro della Camera, Cesare Damiano (Pd), il quale sottolinea che anche tra le righe del Def si fa chiaramente riferimento a un intervento sui trattamenti previdenziali e quindi anche sulla pensione di reversibilità.
Ma partiamo dall’inizio.
Il ddl delega per la lotta alla povertà parlava (e parla tuttora) ‘testualmente’ di un riordino di tutte le prestazioni previdenziali e assistenziali, ovvero prevede di legare il diritto all’ottenimento del beneficio all’Isee e quindi non più al reddito del singolo richiedente, ma a quello dell’intera famiglia.
Pertanto anche per poter ottenere la pensione di reversibilità, si terrà conto del patrimonio familiare: in parole semplici, se una vedova ha fatto la casalinga per tutta la sua vita matrimoniale e al momento della perdita del marito, ottiene in eredità una casa o un pacchetto di Btp, rischia di perdere il diritto alla pensione di reversibilità.
Considerato che stiamo parlando di una prestazione di tipo previdenziale e non assistenziale, quindi calcolata con i contributi versati dal lavoratore, nel corso della sua vita lavorativa, i sindacati sono subito intervenuti, affinché venisse cancellato ogni riferimento alla pensione di reversibilità dal testo. Il Governo ha immediatamente smentito quanto denunciato: non esiste alcun intenzione di intervento in tal senso.
Tuttavia, ad oggi, non è stato cancellato alcunché dal Ddl povertà, come dichiarato dalla Commissione Lavoro, inoltre, anche nel testo del Def, recentemente pubblicato dal Governo, compare il riferimento alla pensione di reversibilità.
‘Sappiamo che la redazione del Documento di Economia e Finanza predisposto dal Governo subisce continue variazioni, e quindi aspettiamo di vedere il testo finale, ma, pur giudicando positiva l’apertura al tema della flessibilità nelle scelte individuali, negativo rimane invece per quanto riguarda la parte del provvedimento sulla povertà, il permanere di un riferimento alla razionalizzazione degli interventi anche di natura previdenziale’, ha dichiarato Damiano.
Nel Def, infatti, nella parte dedicata al ‘Contrasto alla povertà e al welfare’ si parla di razionalizzazione ‘delle prestazioni di natura assistenziale e quelle di natura previdenziale introducendo il principio di universalismo selettivo ponendosi l’obiettivo di superare la frammentarietà delle misure esistenti’.
Nonostante le parole di smentita del Governo, gli ‘scritti’ sembrano alludere a tutt’altro, da qui l’invito di Damiano a ‘essere più attento quando redige i testi dei provvedimenti’.
Chiude poi con una dichiarazione, almeno all’apparenza, rassicurante: ‘Noi cancelleremo, con un emendamento, il testo della delega sulla povertà che allude ad un intervento sulle pensioni di reversibilità e lo faremo, a questo punto, anche per il Def’.