Nella prossima legge di bilancio ci sarà spazio per dei correttivi sulle pensioni.
Il governo è stato chiaro: bisogna abbandonare Quota 100, insostenibile per le casse dello Stato e, nonostante l’esborso, poco impattante sull’occupazione creata.
Le ipotesi di sistemi alternativi sono state diverse, con i sindacati e Confindustria che chiedono garanzie, pur volendo abbandonare Quota 100.
Oggi il presidente del Consiglio Mario Draghi incontrerà CGIL, CISL e UIL per discuterne, dopo l’incontro di ieri con Matteo Salvini. La posizione della Lega è chiara: si vuole evitare un ritorno alla Legge Fornero.
Sindacati e Confindustria sono d’accordo con il superamento di Quota 100.
”Le proposte Quota 102 e 104, se venissero confermate dal Governo, costituirebbero una vera e propria presa in giro per i lavoratori – ha detto il segretario della CGIL Roberto Ghiselli -. Con quei vincoli solo poche migliaia di persone nei prossimi anni potranno accedere alla pensione”.
Simile la posizione di Confindustria: “Siamo fortemente contrari a quota 100, 102 o 104 perché guardiamo i numeri da imprenditori e i numeri dicono che quota 100 non ha ottenuto l’effetto che ci aspettavamo – la valutazione del presidente di Confindustria Carlo Bonomi -. Ricordo che ci era stato detto che per uno che andava in pensione venivano assunti in tre, nella realtà l’effetto è stato di 0,4, non abbiamo neanche avuto l’effetto sostitutivo. Quindi stiamo pensionando chi un lavoro ce l’ha e non stiamo offrendo un lavoro ai giovani“. Inoltre, Confindustria vorrebbe una maggiore attenzione nei confronti dei lavori usuranti.
Ieri, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato il leader della Lega Matteo Salvini in un “lungo e positivo colloquio”, in cui la Lega ha ribadito di voler evitare un ritorno alla Legge Fornero.
Un fatto c’è: Quota 100 verrà superata.
L’incognita è legata al sistema che la sostituirà. Si è parlato di altre “quote”, come Quota 102 e Quota 104.
Non è chiaro se le due “Quote” siano due fasi graduali del superamento di Quota 100 verso un altro sistema o due alternative.
L’altra opzione spuntata negli ultimi giorni è la ribattezzata “Quota Tridico”, dal nome del presidente dell’INPS Pasquale Tridico.
Tridico ha illustrato in parlamento la proposta, che prevede due tempi: chi volesse lasciare il lavoro a 63-64 anni di età può farlo ricevendo solo la quota contributiva della pensione rinviando la parte retributiva al compimento dei 67 anni, quando potrà ricevere l’assegno pieno, completo di quota retributiva e quota contributiva.
Per accedervi occorrerebbe essere in possesso di almeno 20 anni di contribuzione e aver maturato al momento della scelta una quota contributiva di pensione di importo pari o superiore a 1,2 volte l’assegno sociale.
La proposta prevederebbe anche la cumulabilità con i redditi da lavoro dipendente, autonomo e la possibilità di coesistenza con i futuri meccanismi di staffetta generazionale, legati al part time, mentre si è esclusa la possibilità di convivenza con il Reddito di cittadinanza, l’ape sociale e l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.
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