Una novità sulle pensioni che farà accapponare la pelle a tutti, giovani entrati da poco nel mercato del lavoro e lavoratori già maturi (50-55enni) a poco più di un decennio dall’età pensionabile: l’idea è quella di alzare l’età pensionabile a 70 anni e oltre: questa è la notizia sulle pensioni che oggi sta preoccupando gli italiani che temono di essere costretti a continuare a lavorare ben oltre i settanta anni per poter finalmente lasciare il mondo del lavoro. Tutto per scongiurare una crisi previdenziale che, secondo uno studio effettuato dal World Economic Forum, potrebbe verificarsi entro il 2025 se non si inverte drasticamente la tendenza. Il problema è che la popolazione invecchia e c’è una discontinuità sempre in crescita tra i contributi pensionistici versati da chi attualmente è a lavoro e le prestazioni erogate a chi è già in pensione.
Attenzione, l’idea di andare in pensione a 70 anni non è una novità: già l’ex premier Mario Monti e il suo ministro del Lavoro Elsa Fornero avevano in programma di alzare l’età pensionabile a 70 anni. Il PD accettava la proposta purché fosse su base volontaria. Poi per la resistenza delle parti sociali la Riforma Fornero accantonò l’idea.
STUDIO SULLE PENSIONI DEL WEF
Tornando all’attualità, lo studio sulle nostre pensioni future è stato condotto dal World Economic Forum, secondo cui l’incremento dell’aspettativa di vita porterà anche a uno slittamento dell’entrata in pensione, dunque entro il 2050 si dovrà lavorare fino a 70 anni prima di andare in pensione, per evitare ciò che in tanti studiosi hanno definito come la più grande crisi previdenziale della storia. Tenendo presente che la vita media in Italia (dati 2015) è di 80,1 anni per gli uomini e di 84,7 anni per le donne, questo significa un decennio abbondante di riposo per i signori e quasi 15 anni per le signore. Anni durante i quali tuttavia si dovrò fare conto con acciacchi e problemi di salute di varia natura.
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IN PENSIONE SEMPRE PIU’ TARDI
Il WEF ha analizzato i principali sei sistemi pensionistici occidentali (Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Olanda, Canada e Australia) compresi quelli di Cina e India, ipotizzando che dai 70mila miliardi di dollari del 2015 si arrivi a una spesa di 400mila miliardi nel 2050. Secondo lo studio, nel 2066 un quarto della popolazione sarà over 65: necessario perciò lavorare più a lungo, ma soprattutto facilitare il risparmio previdenziale.
PENSIONI FUTURE E CRISI
“L’aumento previsto della longevità e dell’invecchiamento della popolazione è l’equivalente finanziario di un cambiamento climatico. Dobbiamo affrontare il problema adesso o accettarne le conseguenze sulle generazioni future mettendo in difficoltà nipoti e figli”. E’ l’allarme lanciato da Micheal Drexler, responsabile dei sistemi finanziari e infrastrutturali del WEF. Quale resta la prospettiva per il futuro delle pensioni?
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Secondo questo studio, come abbiamo anticipato, il WEF ipotizza ulteriori aumenti della soglia dell’età pensionabile, al fine di prevenire il rialzo del disavanzo previdenziale. In quest’ottica, in Inghilterra e in altri principali paesi sviluppati, l’età pensionabile dovrà salire a 67 anni tra il 2026 e il 2028, per poi proseguire – entro il 2050 – fino al compimento dei 70 anni per poter finalmente andare in pensione.
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