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Categories: Economia

Pensioni, cosa dice il contratto Lega-M5S

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Sia la Lega che il M5S si sono spesi in campagna elettorale per “cancellare” la legge Fornero. Ora vediamo cosa contano di fare effettivamente con il loro contratto di governo.

Lega-M5S, come intendono superare la legge Fornero

La versione del programma di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega, votato nel week-end dalla base elettorale dei due partiti, prevede i seguenti punti:

  • si potrà andare in pensione con la quota 100, e quindi 62 anni di età più 38 anni di contributi versati, oppure 64 e 36, 65 e 35, 66 e 34, e così via;
  • in alternativa si potrà andare con la quota 41, ovvero con 41 anni di contributi versati, qualunque sia l’età;
  • proroga dell’Opzione Donna, che permetterà di andare in pensione con 35 anni di contributi e 57/58 di età (ma con una netta riduzione dell’assegno);
  • ulteriori misure per i lavori usuranti;
  • pensione di cittadinanza per chi ha un reddito inferiore ai 780 euro.

Con quali soldi vogliono “cancellare” la Fornero?

Le misure previste dal contratto Lega-M5S sono tutte condivisibili. Ma i due partiti pensano di “provvedere all’abolizione degli squilibri del sistema previdenziale introdotti dalla riforma delle pensioni cd. ‘Fornero’, stanziando 5 miliardi” – la citazione viene dal contratto di governo Lega-M5S. Peccato che solo per pensionare la Fornero, secondo il presidente dell’Inps Tito Boeri, ci vogliano 11 miliardi di euro circa nell’immediato e 15 miliardi negli anni a venire. Più o meno la stessa cifra indicata da altri economisti, come Stefano Patriarca e Carlo Cottarelli.

La spesa pensionistica è destinata a crescere dal 2020

A completare il quadro bisogna aggiungere che in un approfondimento del Def – su cui c’è stata anche un’audizione di Bankitalia -, la spesa pensionistica, anche con la riforma Fornero, è destinata a crescere già dal 2020, e toccherà il suo picco nel 2042 – 16% -, per poi diminuire dal 2050.
Il dubbio è che la riforma prevista dal contratto Lega-M5S preveda delle penalizzazioni sull’assegno di quiescenza, oppure sull’età a cui sarà possibile accedere alla pensione – per esempio si potrà andare in pensione con la quota 100 con almeno 65 anni di età, e con la quota 41 con almeno 62.
La prossima settimana, la Commissione europea rivolgerà all’Italia e agli altri Paesi dell’Unione Europea l’invito ad andare avanti sulla strada della sostenibilità del sistema pensionistico. Probabilmente bisognerebbe ascoltarlo. Ma mi immagino già le risposte dei due partiti destinati a governare.

Roberto Bosio

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