In arrivo buone notizie per i beneficiari dell’assegno previdenziale: la nuova riforma INPS prevede un incremento pari a 156 euro in più a certe categorie di pensionati.
I beneficiari del trattamento previdenziale di importo inferiore ai 524 euro e trentacinque centesimi potranno contare sull’integrazione al minimo. Si tratta di un extra che viene riconosciuto a livello statale affinchè il pensionato possa condurre una vita decorosa e riesca fare fronte alle spese mensili. Ovviamente non tutte le pensioni sono integrabili, ma per procedere al calcolo degli importi è necessario prendere in considerazione anche la situazione del nucleo familiare. Infatti, l’integrazione varia a seconda dei redditi della famiglia.
L’integrazione al minimo è stata introdotta 39 anni fa per tutelare i pensionati che hanno diritto a percepire l’assegno previdenziale. Ciò consente ai pensionati di vivere una vita più dignitosa e di non avere troppe difficoltà a giungere a fine mese. Nel caso in cui la soglia del cedolino della pensione è inferiore al minimo, il pensionato ha diritto ad un’integrazione.
Pensioni: a chi spetta l’integrazione al minimo?
Nel caso in cui il pensionato sia non coniugato o sia divorziato, il limite reddituale previsto dalla normativa per avere diritto a beneficiare dell’integrazione è di poco superiore i seimila 800 euro. Per coloro che percepiscono un reddito superiore ma inferiore alla soglia pari a 13.000 e seicento 33 euro all’anno, la normativa prevede un’integrazione in forma parziale. L’integrazione non spetta oltre al limite succitato.
Diverso è il caso in cui il pensionato sia coniugato: in questo caso è necessario prendere in considerazione i redditi coniugali e verificare se il trattamento previdenziale abbia decorrenza antecedente o successivamente a 28 anni fa. Per coloro che hanno abbandonato il mercato occupazione prima dell’anno 1994, il limite reddituale coniugale è pari a cinque volte il trattamento minimo.
Quali sono gli assegni previdenziali che possono beneficiare dell’aumento pari a 156 euro?
Sono integrabili al minimo tutti gli assegni previdenziali, compresa la pensione di reversibilità erogata dall’INPS. Anche coloro che hanno avuto accesso alla misura Opzione Donna possono beneficiare dell’integrazione.
Pensioni, quali sono i redditi esclusi dal calcolo?
Ricordiamo che sono esclusi dal calcolo dei redditi familiari i seguenti redditi, tra cui:
- l’assegno previdenziale da integrare al minimo,
- i redditi esenti da Irpef,
- il reddito dell’immobile di abitazione,
- il TRF e gli arretrati.
Pensioni, quali assegni non sono integrabili?
Non sono integrabili al minimo le prestazioni previdenziali liquidate con le regole del contributivo, ovvero coloro che hanno esercitato l’opzione al contributivo o abbiano iniziato a lavorare 26 anni fa.
Pensioni, la domanda di integrazione al minimo
La domanda per beneficiare dell’integrazione al minimo va presentata o rivolgendosi ad un Centro per l’assistenza fiscale (CAF), o presso una qualsiasi sede INPS o tramite raccomandata.