Pensioni INPS: se non rispetti questa scadenza scatta una sanzione pari a 12.000 euro. Stanno fregando tutti.
I pensionati devono stare molto attenti se decidono di continuare a lavorare anche se percepiscono l’assegno previdenziale dall’INPS. Anche dopo l’uscita dal mercato occupazionale, è possibile continuare ad impiegare in modo utile il proprio tempo dedicando i nostri sforzi al lavoro.
Nonostante sia possibile lavorare anche dopo la pensione, è bene conoscere fin da subito quali sono le limitazioni e le eccezioni alla regola. Il decreto legge 112/2008 ha stabilito la possibilità di cumulare i redditi da lavoro con la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata.
Lavorare dopo la pensione: è possibile?
La normativa vigente consente la possibilità di continuare a lavorare anche dopo l’uscita definitiva dal mercato occupazione. Ciò consente di rimanere attivi e di incrementare le proprie entrate mensili. È bene distinguere tra pensione derivante da sistema contributivo e pensione derivante da sistema retributivo o misto.
I beneficiari a cui viene applicato il sistema retributivo o misto, è possibile cumulare la pensione e la retribuzione lavorativa. Nel caso in cui i pensionati beneficino del sistema contributivo, è possibile ottenere il cumulo, ma è necessario rispettare i seguenti requisiti:
- possedere almeno 40 anni di contribuzione;
- avere 65 anni d’età;
- avere almeno 61 anni di età con almeno 35 anni di contribuzione.
Per coloro che beneficiano della misura previdenziale Quota 102, la normativa non consente la possibilità di cumulare altri redditi lavorativi fino al compimento dei 67 anni d’età. Una volta compiuti i 67 anni d’età, il pensionato ha la possibilità di accumulare altri redditi da lavoro. La normativa vigente consente ai pensionati di accumulare redditi di lavoro, il cui limite non deve superare i 5.000 euro lordi all’anno.
Pensione di reversibilità: è possibile cumulare il reddito da lavoro?
Per quanto concerne la pensione spettante al coniuge in vita, è prevista la possibilità di cumulare un ulteriore reddito lavorativo. La mensilità percepita viene decurtata nei casi in cui siano previsti limiti reddituali. La decurtazione è pari al 50% nel caso in cui il reddito lavorativo dovesse essere 5 volte superiore all’importo minimo previdenziale INPS.
Lavorare dopo la pensione INPS: quando scatta la sanzione?
La normativa consente di lavorare anche dopo che si è usciti dal mercato occupazionale. È importante lavorare ed essere in regola: mai lavorare in nero. Cosa si rischia se si lavora in nero? Si rischia una sanzione di importo variabile da 1.500 a 12.000 euro per ogni lavoratore impiegato in nero. Inoltre, è previsto il pagamento dei contributi INPS fino a quel momento omessi e 150 euro al giorno per aver svolto lavoro in nero.
Pertanto, ogni pensionato può lavorare, ma è bene non lavorare in nero.